Culture

Intervista al tubista Matt Perrine - di A. Buongiorno

30 giugno 2015
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Bassotuba, washboard e chitarra: i Tin Men, sono un entusiasmante ed originale trio proveniente da New Orleans. Il gruppo è fra quelli che si è fatto notare nei primi giorni di JazzAscona. Offre uno spettacolo coinvolgente, che esplora in maniera del tutto trasversale la musica popolare nordamericana, spaziando allegramente dal jazz di New Orleans al pop e oltre.
Oltre al percussionista e cantante Washboard Chaz, del trio fanno parte il chitarrista e cantante Alex McMurray e Matt Perrine, da molti considerato il miglior tubista al mondo. Matt – persona simpaticissima – suonerà nei prossimi giorni anche in un’altra band di New Orleans, The Mesmerizers, capitanata dalla moglie Debbie Davis. Ecco la breve intervista, in tono scanzonato.
Matt Perrine, è la tua prima volta ad Ascona insieme ai Tin Men: quali sono le tue sensazioni?
E me lo chiedi? Non vi abbiamo forse stupito con qualcosa che non avete mai visto prima? Scherzi a parte, posto bellissimo, festival a dimensione umana, dove uno si sente bene. Ce la stiamo godendo. E la gente pure, mi sembra.
Ci puoi raccontare quale è stato il tuo primo approccio alla musica?
Beh, all’inizio ho iniziato suonando note lunghe… Poi sono passato alle scale… E infine, se non ricordo male, dovrei aver cominciato a scrivere le prime melodie.
Perché la scelta di suonare la tuba? Non è di sicuro lo strumento più di successo tra i musicisti.
Ho scelto la tuba (o sousaphone) perché è senza ombra di dubbio il migliore strumento mai inventato!
Come definiresti lo stile dei Tin Men? La vostra line up è veramente singolare…
Hai usato la parola giusta. Di solito, quando qualcuno viene a conoscenza della nostra strumentazione, fa fatica a immaginarsi il risultato, a capire come potremmo suonare. Musicalmente parlando, questo ci permette di avere una tela bianca sulla quale creare qualcosa di nuovo. Ci piace suonare di tutto, jazz, rock, country, blues, funk, reggae e ritmi latini, e grazie all’inedito accoppiamento di tuba e washboard possiamo suonare e mixare al meglio tutti questi stili.
Per l’album ‘Avocado Woo Woo’ avete lavorato insieme a John Porter, vincitore di ben 10 Grammy Award. Ci puoi raccontare qualcosa di questa collaborazione?
Certamente. Quando stavamo registrando le tracce che avrebbero poi composto l’album, ci fidavamo a tal punto di John da lasciare che fosse lui a decidere quando avessimo fatto la nostra take migliore, soprattutto come band. Forti di questo riferimento, non abbiamo dovuto concentrarci troppo su questo punto e abbiamo avuto più tempo per affinare il nostro interplay e pensare alla fase successiva del lavoro. Ci ha aiutato molto nel creare un’atmosfera rilassata che facilitasse il processo creativo. Inoltre non abbiamo dovuto preoccuparci del sound del disco: avevamo assoluta fiducia che lui sapesse come giocare con i suoni e che il disco avrebbe suonato in modo meraviglioso.
Ad Ascona suonerai anche insieme ai ‘Debbie Davis & The Mesmerizers’. Come ti senti a dividere il palco con tua moglie?
Sento che dovrò veramente stare attento. Se non sarà soddisfatta, potrebbero essere dolori e rischierei di subire ritorsioni mentre dormo!
Musicalmente parlando, quali saranno i tuoi prossimi passi?
Beh, qualche settimana fa ho fatto diverse date con Bonerama a Washington DC. Adesso sono ad Ascona. Dopodiché, se continua così, spero mi chiamino per suonare con Lady Gaga…
Secondo te, come è cambiata New Orleans dopo Katrina e cosa cambierà in futuro?
È leggermente meno bagnata. Lo spirito, la gente, la cultura, sono e rimarranno gli stessi.
Il tema di quest’anno è ‘The New Orleans Experience’: come musicista qual è la lezione più importante che hai imparato dalla musica di N.O.?
La musica di New Orleans ti spinge a vivere quello che fai in primis con lo spirito, il che aiuta un musicista a capire e a preservare quello che è più importante.

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