Ticino

‘Poca ma buona’, l’uva ticinese è pronta per la vendemmia

Presentato il bilancio della stagione: ‘La siccità si è fatta sentire soprattutto a Sud. Preoccupa il futuro’. Soddisfazione per i prezzi d’acquisto

Quest’anno si comincia in anticipo
(Ti-Press)
23 agosto 2022
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«Prevediamo una produzione con un potenziale qualitativo elevato ma con quantitativi relativamente contenuti». È questo, in estrema sintesi, il quadro che esce dalla stagione viticola 2022. Un’annata, ha spiegato il presidente cantonale della Federviti Giuliano Maddalena, «che si è sviluppata da un punto di vista meteorologico all’opposto rispetto a quella precedente». Se infatti lo scorso anno erano state le abbondanti precipitazioni a farla da padrone, quest’estate passerà agli archivi per la grande siccità, soprattutto nel Mendrisiotto. «Tra Nord e Sud del cantone abbiamo avuto grandi differenze. Il Locarnese ha avuto buone precipitazioni. Più a sud invece sono state assenti, ma le vigne hanno resistito». Il lavoro non è comunque mancato per gli agricoltori del Mendrisiotto, come ha sottolineato il vicepresidente di Federviti Rudy Studer, che ha la sua azienda a Novazzano: «Per giorni si è dovuto portare l’acqua dai punti di prelievo alle vigne. È stato impegnativo». A preoccupare sono soprattutto gli scenari futuri. «Bisogna riflettere se mettere sistemi d’irrigazione goccia a goccia, per bagnare la vigna – ha proseguito Studer –. Ma la domanda resta: ci sarà l’acqua da poter utilizzare?».

‘Siamo e restiamo una regione di uve Merlot’

Con il cambiamento climatico in corso e prospettive che parlano anche di una "toscanizzazione" del Canton Ticino, c’è infatti chi sostiene che la sfida sia rappresentata dalla coltivazione di nuove tipologie d’uva. «Siamo terra di Merlot» ha risposto Maddalena. «Questo non esclude la possibilità di sperimentare vitigni alternativi». Queste nuove tipologie, hanno spiegato stamattina i presidenti delle varie sezioni cantonali di Federviti durante l’incontro alla tenuta Montalbano di Stabio, «rappresentano una possibilità soprattutto per le regioni più discoste, visto che necessitano di ricevere meno trattamenti». Il cambiamento riguarda però anche il Merlot. «Gli ultimi due anni sono stati agli antipodi, dai temporali siamo passati alla siccità. Dobbiamo capire che il nostro modo di lavorare può dover variare da stagione a stagione. Gli schemi fissi del passato sono probabilmente finiti». A preoccupare è pure la presenza di selvatici, «soprattutto ungulati che, spinti dalla siccità, forzano anche le reti per arrivare all’uva».

‘Vendemmia in anticipo rispetto al passato’

Una nota positiva arriva dal prezzo delle uve che, ha ricordato il presidente di Federviti, «tornerà a essere acquistata a prezzi pre-pandemici». Una notizia positiva per i coltivatori a pochi giorni dall’inizio della vendemmia. «In alcune parti del cantone si è già cominciato con le uve bianche, altrove lo si farà a breve». Per il Merlot bisognerà invece attendere un po’ di più: «Intorno al 7-10 settembre. Comunque in anticipo di una settimana rispetto al solito».

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