Ticino

Crisi sociale e climatica tra le priorità dei Verdi

Dall’assemblea del partito emergono alcune priorità cantonali per il fine legislatura: più fotovoltaico urbano, no alla terza corsia Lugano-Mendrisio

Nicola Schoenenberger durante la teleassemblea
(Ti-Press)
30 gennaio 2022
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L’emergenza pandemica, d’accordo, ma anche quella ambientale e socioeconomica: è sui principali fronti dell’attuale scenario di crisi che ribadiscono il loro impegno i Verdi del Ticino, riuniti oggi in assemblea. “La crisi climatica, ma anche quella sociale in un contesto di crescente disparità, senza dimenticare l’invecchiamento della popolazione, rimangono le priorità da affrontare subito” si legge in un comunicato che sollecita “grandi investimenti per la transizione energetica e solidarietà verso le fasce deboli della popolazione, specie i più giovani e gli anziani”, il tutto “in antitesi con l’attuale politica della maggioranza di centrodestra ticinese che vuole invece tagli alla spesa pubblica e sgravi fiscali per i ricchi. Le recenti discussioni sul preventivo cantonale lo dimostrano in modo inequivocabile”.

Forti del raddoppio di rappresentanti eletti alle ultime Comunali, i Verdi affrontano agguerriti anche l’ultima fase della legislatura cantonale. Il capogruppo in Gran Consiglio Nicola Schoenenberger ha individuato alcune priorità per la volata finale: “Realizzare l’enorme potenziale del fotovoltaico e termosolare nelle zone edificate del Ticino, anche per scongiurare le richieste di ulteriori centrali nucleari o la copertura dei laghi alpini con grosse centrali solari e l’opposizione contro la terza corsia Lugano-Mendrisio, sciaguratamente anticipata di 10 anni con l’inserimento nelle opere prioritarie del Programma di sviluppo strategico delle strade nazionali (Prostra)”.

Infine, un passaggio di testimone nel gruppo operativo: “Dopo quasi 3 anni di co-cordinamento al fianco di Samantha Bourgoin”, ricorda il comunicato, “lascia la carica Matteo Buzzi sostituito da Nicola Schoenenberger”.

Infine “è stata approvata una risoluzione in favore delle donne afgane ormai sempre più discriminate dal nuovo governo dei Talebani”.

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