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Somministrazione di Moderna, selezionati gli studi medici

Gli ultimi passi compiuti dal Dipartimento sanità e socialità in collaborazione con l'Omct e i Comuni. Domani l'aggiornamento sulla campagna di vaccinazione

(Ti-Press)

Il farmacista cantonale lo aveva anticipato nella conferenza stampa dello scorso mercoledì 30 dicembre, indetta dal Dipartimento sanità e socialità (Dss) per annunciare l’avvio, lunedì 4 gennaio, della campagna di vaccinazione in Ticino con il preparato della Pfizer-BioNtech. «Il vaccino di Moderna, la cui omologazione potrebbe avvenire nelle prossime due, tre settimane, presenta le caratteristiche per essere utilizzato e somministrato anche negli studi medici», aveva spiegato Giovan Maria Zanini. Nel frattempo Moderna è stato omologato da Berna e gli studi medici che in Ticino parteciperanno alla campagna di vaccinazione tramite Moderna sono stati selezionati. Sono stati selezionati in questi giorni dal Dipartimento sanità e socialità, per il tramite del farmacista cantonale, in collaborazione con l’Ordine ticinese dei medici (Omct) e con i Comuni. Sempre da quanto abbiamo appreso, sono stati anche definiti dei raggruppamenti regionali, ciascuno costituito da uno o più Comuni e da uno o più medici.

Modalità di coinvolgimento e selezione in un primo tempo degli studi sono illustrate in una circolare ai medici datata 7 gennaio e firmata dal Farmacista cantonale e dal presidente dell’Omct Franco Denti. “Nei giorni successivi all’omologazione (del vaccino di Moderna, ndr.), il Ticino riceverà una prima fornitura di 9’400 dosi (uguale a 94 confezioni), seguita a due settimane di distanza da un’ulteriore fornitura di circa 14mila (140 confezioni)”, indica fra l'altro il documento. Si chiede ai medici di “vaccinare almeno 10 persone al giorno (uguale al contenuto di un flacone) e di garantire prima della scadenza del prodotto (30 giorni) un totale di 100 vaccinazioni per confezione ricevuta”. In una seconda fase, prosegue la circolare, sarà possibile estendere progressivamente la consegna del vaccino Moderna ad altri studi medici: questo avverrà in parallelo con l’abbassamento della fascia d’età che avrà accesso al preparato e alla possibilità di vaccinare anche i malati cronici con meno di 75 anni. “L’obiettivo finale è quello di poter fornire il vaccino a tutti gli studi medici che desiderano somministrarlo; tuttavia, questo potrà avvenire soltanto sul medio termine, in funzione dei quantitativi che saranno disponibili per il nostro Cantone”, si legge ancora nella circolare. Ulteriori dettagli sulla campagna di vaccinazione in atto in Ticino sono attesi dalla conferenza stampa di domani pomeriggio alla quale parteciperanno lo stesso Zanini, il capo della Sezione enti locali (Dipartimento istituzioni) Marzio Della Santa e il presidente dell’Ordine dei medici.

’Il numero di dosi dipende dalla capacità di chi le realizza’

«Il Ticino riceverà il 4,6 percento circa dei vaccini che ha ordinato la Confederazione», dice, contattato dalla ’Regione’, il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. La Svizzera aveva infatti prenotato l’estate scorsa 7,5 milioni di vaccini Moderna, 5,3 Astra Zeneca e 3 milioni Pfizer–BioNTech. Riguardo alla campagna di vaccinazione in Svizzera l’Udc negli scorsi giorni ha criticato duramente il consigliere federale Alain Berset, accusandolo di non aver acquistato dosi sufficienti di preparato. «A livello europeo tutte le nazioni stanno comprando vaccini e non è possibile acquistarne di più per il semplice fatto che le ditte farmaceutiche non riescono a fornirne in numero maggiore», spiega Zanini, ricordando che si sta parlando di centinaia di milioni di dosi. «Se arriveranno tutti i vaccini che sono stati ordinati, la Confederazione riceverà quasi 16 milioni di dosi, cioè due per ciascun abitante», precisa Zanini, che riassume: «Non si tratta della volontà o meno di comprare, ma della capacità di chi realizza i preparati di produrre e fornire».

'Quarantena allargata in Ticino? In ogni caso non sarà la regola’

Intanto la raccomandazione dell’Ufficio federale della sanità pubblica ai Cantoni - quella secondo cui i soggetti che sono stati a contatto con persone le quali a loro volta sono state a stretto contatto con contagiati dalla variante inglese del Coronavirus, assai più infettiva, dovrebbero essere posti in quarantena - non è certo passata inosservata. L’obiettivo del provvedimento è di contrastare la diffusione del nuovo ceppo in Svizzera, ha indicato l’Ufsp, confermando un’informazione dei giornali dell’editore Tamedia, come riferito venerdì da un dispaccio dell’Ats. Il Ticino come intende muoversi? «La quarantena dei casi che sono stati a stretto contatto con persone risultate positive al Covid-19 viene valutata per ogni singola situazione: non vi è una procedura univoca e non è quindi possibile stabilire a priori chi viene sottoposto a questa misura», afferma da noi interpellato l’Ufficio del medico cantonale diretto dal dottor Giorgio Merlani. Che aggiunge: «Siamo a conoscenza dell’intenzione dell’Autorità federale di porre in quarantena, in caso di persone positive a una delle nuove varianti, anche i contatti dei contatti. Ciò non è escluso che in Ticino venga attuato, ma difficilmente sarà la regola perché – appunto – ogni situazione va analizzata».

Per il caso della scuola media di Morbio Inferiore, di cui hanno dato notizia l’altro ieri i dipartimenti Sanità e socialità ed Educazione cultura e sport, continua l'Ufficio del medico cantonale, «sono già state poste in quarantena quasi seicento persone, in quanto considerate contatti di coloro risultati positivi al virus. Si è valutato che sarebbe stata una misura sproporzionata – allo stato attuale – sottoporre a quarantena anche i contatti di questi contatti: si sarebbe infatti parlato di, minimo, ulteriori mille persone. Come prima tappa si è preferito partire con un test a tappetto dei casi in quarantena».

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