Ticino

‘Serve uno ‘statuto’ per i lavoratori frontalieri’

È una proposta di legge dei sindacati italiani volta a regolamentare e definire chi vive in uno Stato e lavora in un altro

(archivio Ti-Press)
24 novembre 2020
|

Le confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, hanno presentato nel corso di un’audizione in teleconferenza alle commissioni congiunte Trasporti e Lavoro della Camera una proposta di legge per l’istituzione di uno ‘Statuto dei lavoratori frontalieri’. Le organizzazioni con la loro iniziativa che prevede cinque articoli chiedono al Parlamento italiano di sancire, in via definitiva, l’unicità del lavoro svolto da lavoratori italiani impiegati in un Paese straniero. Con il primo articolo viene stabilita una definizione nuova di frontaliere al passo con i tempi: basti pensare al telelavoro, che negli ultimi mesi complice l’emergenza sanitaria è cresciuto in modo geometrico. Il secondo articolo sancisce la parità di trattamento, cosa che come succede in Ticino continua essere in discussione. Con il terzo articolo viene chiesta l’istituzione di un osservatorio nazionale per il monitoraggio del frontalierato, tema di cui si discute da anni.

Balza evidente che quanto propongono i sindacati deve in primo essere accolto dai Paesi in cui lavorano i frontalieri. Cosa che appare non proprio agevole. Ecco, quindi, il quarto articolo che ipotizza la creazione di forme di ”dialogo transnazionale”, soprattutto in materia di verifichi dei diritti. La mancanza di cooperazione tra Paesi, sottolineano i sindacati, danneggiano i lavoratori. Per questo occorrono precisi accordi bilaterali, così come prevede il quinto articolo della proposta di legge di Cgil-Cisl-Uil, che ai parlamentari hanno consegnato una relazione dettagliata in cui sono elencati tutti i problemi aperti. E fra questi, tema caldissimo da anni, c’è la riforma dell'accordo della fiscalità dei frontalieri occupati in Svizzera. Considerata la pandemia per i sindacati sarebbe opportuno sospendere la trattativa in corso fra Italia e Svizzera, anche perché “lavoratrici e lavoratori si ritroveranno alle prese, nei prossimi mesi, con un’inevitabile crisi occupazionale”.

Nella relazione consegnata ai parlamentari i sindacati hanno ribadito osservazioni e obiezioni alla proposta di modifica all'accordo siglato nel 1974. Le confederazioni sono contrari al “doppio binario”, il sistema che punta a salvaguardare le condizioni del trattamento attuale dei frontalieri “rideterminando nuove regole fiscali” per chi entrerà nel mercato del lavoro ticinese. Il “doppio binario” non piace in quanto “viola il principio costituzionale di eguaglianza dei lavoratori”.

 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE