Ticino

Per Sherlock Holmes la nuova legge è vicina

Attività private di sicurezza e di investigazione in Ticino: dopo l'ok commissionale alla normativa, la parola passa (a breve) al Gran Consiglio.

27 ottobre 2020
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“La commissione ritiene indispensabile che la legge e il relativo regolamento rispettino il principio illustrato nel messaggio governativo, secondo cui ’con la norma in parola non si vuole estendere il tipo di attività che l’ente pubblico può delegare alle agenzie private’, bensí semplicemente ’codificare quanto già avviene oggi in ambiti secondari e di minore importanza’ ". È la frase che chiude il rapporto, firmato ieri dalla commissione parlamentare ’Giustizia e diritti’, con cui il liberale radicale Giorgio Galusero e il leghista Enea Petrini - ex ufficiale della Polizia cantonale il primo, avvocato il secondo - sollecitano il plenum del Gran Consiglio a dare luce verde alla Legge sulle prestazioni private di sicurezza e investigazione, la Lpps. Legge messa a punto dal Consiglio di Stato e frutto di un’ampia revisione della Lapis, la normativa che da quarantaquattro anni disciplina in Ticino il settore: quello appunto delle attività di sicurezza e di investigazione da parte dei privati. «La frase con la quale terminiamo il rapporto - spiega Galusero alla ’Regione’ - deriva da una richiesta della sinistra e dei Verdi. È una puntualizzazione opportuna, assolutamente condivisibile. Ci sono infatti attività che data la loro delicatezza solo lo Stato può, anzi deve svolgere: per esempio, se ci riferiamo alla sicurezza, il trasporto dei detenuti dal carcere agli uffici della magistratura o il mantenimento dell’ordine pubblico all’esterno degli stadi. Ve ne sono altri, meno rilevanti, che l’ente pubblico - aggiunge il correlatore - ha invece la possibilità di delegare ad agenti privati, ovviamente formati. Ciò anche per permettere alla Polizia di concentrarsi maggiormente su quella che è la sua missione istituzionale: la lotta alla criminalità, piccola e grande, e la prevenzione».

Dopo l’ok della ’Giustizia e diritti’ (alcuni commissari hanno firmato con riserva), la parola sul disegno di legge - il relativo messaggio governativo è dello scorso novembre - passa all’aula parlamentare. Cosa che dovrebbe avvenire a breve. Se pure il plenum dirà di sì, la Lpps si applicherà a un settore che, come si evidenzia anche nel documento redatto da Galusero e Petrini, “ha registrato una forte espansione, tanto che si è passati dalla ventina di agenzie presenti sul territorio cantonale negli anni Settanta” del secolo scorso "all’attuale centinaio”. Questo incremento, continua il rapporto, “si è però sviluppato in un quadro giuridico che ha vieppiù mostrato alcune zone grigie. In particolar modo l’imposizione di delimitazioni, quando questi servizi di sicurezza e/o di investigazione sono eseguiti su incarico di privati, deve essere regolamentata entro limiti costituzionalmente ammissibili. Non bisogna infatti dimenticare che si tratta di delineare dove il monopolio che di principio appartiene allo Stato può essere delegato e, di conseguenza, quando i servizi di sicurezza possono essere esternalizzati a privati”. Gli obiettivi, annotano ancora i due relatori, “sono quelli di imporre standard elevati sia di formazione sia di requisiti personali e professionali”.

'Zone grigie ridotte al minimo'

Posto a suo tempo in consultazione, unitamente al progetto di regolamento, dal Dipartimento istituzioni, il disegno di legge prevede, fra le novità, quattro tipi di autorizzazione rilasciate dal Cantone: “Per l’esercizio di un’impresa (agenzia di sicurezza o di investigazione ndr.); per dirigere l’impresa; per gli agenti di sicurezza o investigatori privati che ne sono alle dipendenze; per coloro che svolgono un’attività indipendente”, si ricorda nel rapporto. A differenza del regime vigente l’autorizzazione, continua il documento, “non sarà più legata a un’agenzia in particolare ma l’agente ne riceverà una personale e sarà in tal modo autorizzato a operare per più imprese”. Nell’attuale normativa, aggiungono i relatori, “non era chiaro quali fossero le attività da assoggettare alla legge, quali fossero quelle per cui era sufficiente la semplice notifica o quali non rientrassero del tutto nel campo d’applicazione. La proposta di revisione riduce al minimo queste zone grigie andando a eliminare il sistema di sola notifica. Si crea inoltre una precisa suddivisione delle varie attività svolte nell’ambito della sicurezza e dell’investigazione privata”. Da noi interpellato, Galusero non ha dubbi: «La legge odierna, ossia la Lapis, non risponde più alle esigente di un settore che negli anni ha conosciuto uno sviluppo notevole, con un importante aumento di agenzie che si occupano di sicurezza o di investigazioni. La nuova normativa lo disciplinerà meglio e in maniera più chiara di oggi. Si parla inoltre dell'istituzione di una piattaforma informatica affinché l’autorità possa adempiere i propri compiti celermente e in modo efficace, grazie anche a una semplificazione della gestione delle autorizzazioni e di altre pratiche».

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