Ticino

La scuola durante il lockdown? Poteva andare peggio

Un sondaggio rivela una certa soddisfazione per come è stata gestita l'emergenza, ma anche i limiti del teleinsegnamento per un apprendimento a tutto tondo

(Ti-Press)
22 settembre 2020
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È un quadro tutto sommato positivo, ma con alcune ombre quello dipinto dalla Supsi sulla scuola ticinese durante il lockdown. Su incarico del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, i ricercatori hanno raccolto tramite un questionario l’opinione di oltre 18mila allievi e famiglie presso le scuole dell’infanzia, elementari, medie e speciali – la metà del totale – oltre a quella di più di 2'500 docenti e 150 quadri. Quella che emerge è una certa soddisfazione per la gestione dell’emergenza, pur nella consapevolezza dei limiti della scuola a distanza: ‘solo’ il 48% degli insegnanti ritiene che sia stata efficace per la maggior parte degli allievi, mentre un genitore su tre pensa che i figli abbiano imparato cose nuove solo raramente o mai. In ogni caso, però, secondo più dell’80% dei genitori i ragazzi si sono impegnati durante il lockdown, hanno ricevuto richieste adeguate e “sono apparsi sereni e felici”. Da parte loro, gli allievi delle scuole comunali appaiono molto soddisfatti: oltre il 90% si è detto “felice” e la quasi totalità conferma di essere stata aiutata dalle famiglie.

 

Dati positivi anche alle medie:

Dallo studio emerge che solo al 3% degli allievi delle scuole dell’infanzia e al 7% di quelli delle elementari è toccato studiare in solitudine. Cruciale per tutti gli altri è stato invece il supporto dei genitori, investiti di un compito educativo in parte inedito che comprendeva l’aiuto all’apprendimento ma anche il supporto alla motivazione, che “gli stessi genitori segnalano come uno dei fattori più complicati da promuovere nel periodo di scuola a distanza”. La maggioranza, d’altronde, ha avuto la possibilità di rimanere a casa coi figli: solo uno su cinque ha proseguito la sua attività fuori casa.

 Insegnanti ‘sotto pressione’

E gli insegnanti? Oltre a confermarsi consapevoli della maggiore efficacia della scuola in presenza – in particolare per gli allievi con bisogni speciali –, due docenti su tre hanno rilevato un aumento del carico di lavoro; una percentuale che alle scuole medie sale addirittura all’80%. Inoltre, il 57% dei docenti alle medie “ha dichiarato di essersi sentito spesso sotto pressione” e il 30% “ha affermato di essersi sentito spesso o sempre ansioso”.

 

Positivo, infine, il quadro concernente la dotazione tecnologica delle famiglie: 9 su 10 hanno giudicato adeguati gli strumenti che avevano già in casa, anche se quasi la metà ha riscontrato occasionalmente problemi tecnici, in particolare l’impossibilità di stampare documenti e l’uso di hardware e software obsoleti. Sempre a proposito di tecnologie, è curioso notare come solo il 32% dei docenti lamenti di non avere adeguate competenze informatiche, mentre il 62% dei direttori ritiene i ‘suoi’ docenti impreparati in quest’ambito. Solo il 2% li ritiene invece ben preparati.

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