Ticino

Esercizi pubblici, rilevate ‘infrazioni puntuali’

Stando alla polizia, sono state infrante alcune disposizioni in ambito Covid-19, ma non solo. Massimo Suter (GastroTicino): poche irregolarità, non gravi

Dopo il periodo buio, bar e ristoranti in ripresa (Ti-Press)
16 settembre 2020
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Alcune “infrazioni puntuali” sono emerse in seguito ai controlli effettuati dalla polizia negli esercizi pubblici negli ultimi mesi. Il capitano Elia Arrigoni, ufficiale responsabile dei Servizi generali della polizia cantonale, precisa a ‘laRegione’ che le irregolarità sono state rilevate nell’ambito di “controlli mirati, sia nel contesto delle disposizioni legate al Covid-19 sia in relazione alle normative in ambito di ristorazione ed esercizi alberghieri”. Da parte sua Massimo Suter, presidente di GastroTicino, conferma che «poche infrazioni, in rapporto al numero di controlli», sono effettivamente state rilevate. Tuttavia, «non si è trattato di irregolarità gravi» e «in generale sta andando tutto bene».

Bar, ristoranti, locali notturni, così come altri settori dell’economia, non si scorderanno in fretta di questo 2020: anche se, al momento, la situazione sembra in via di miglioramento, hanno dovuto affrontare uno dei periodi più difficili della loro storia. Un periodo negativo che ha raggiunto il suo punto più basso durante i mesi di lockdown, quando gli esercizi pubblici (ma non solo) sono stati obbligati dalle autorità a restare chiusi. Le attività sono poi lentamente riprese, ma solo a determinate condizioni: mascherine obbligatorie per il personale e il limite di 100 persone per serate per i locali nei quali si consuma in piedi, sono alcuni esempi delle restrizioni che sono ancora in vigore per limitare la diffusione del coronavirus e quindi un’altro lockdown.

Irregolarità ‘relative all'aumento dei posti a sedere’

Quando si pongono delle limitazioni bisogna poi anche verificare che vengano rispettate, un compito affidato alla polizia: “L’ambito degli esercizi pubblici è stato uno dei molti settori dell’economia che, a causa dell’emergenza legata al Covid-19, è stato oggetto di puntuali e particolari controlli e questo già prima dell’introduzione della regola dei 100 posti massimi a serata”, sottolinea Arrigoni. “In tutto il periodo i controlli mirati si sono concentrati su aspetti specifici, in particolare il rispetto dei piani di protezione e le disposizioni particolari”. Ma non solo: “Ovviamente nel medesimo contesto, qualora fossero state rilevate altre violazioni a norme di legge, anch’esse sarebbero state verificate”, precisa il capitano. Insomma, oltre agli accertamenti svolti in merito alle disposizioni legate all’emergenza sanitaria, “il Servizio autorizzazioni, commercio e giochi ha continuato a svolgere i controlli di sua competenza, ciò ovviamente in un’ottica di prevenzione e indirizzandoli, per quanto possibile, verso esercizi pubblici non controllati recentemente”. In questo contesto la polizia ha così rilevato “infrazioni puntuali”, le cui sanzioni vanno da una “multa fino a 10’000 franchi” a “provvedimenti di carattere amministrativo” che “nel rispetto della proporzionalità” possono portare “fino alla chiusura del locale”. Concretamente, “al di fuori dell’ambito Covid-19 sono state riscontrate delle infrazioni relative all’aumento del numero di posti a sedere, senza la relativa autorizzazione cantonale”. Non sono invece state rilevate irregolarità “legate alla capienza massima, inteso come una presenza di avventori superiore al limite consentito”, precisa la polizia.

‘Agevolare la possibilità di avere maggiori spazi all’esterno’

Per Suter si tratta tuttavia di casi isolati e, a sua conoscenza, «non si è trattato di infrazioni gravi». Insomma, secondo il presidente di GastroTicino, in generale gli esercenti si stanno comportando bene. E negli ultimi tempi sembrerebbe che pure i clienti sono tornati, anche in massa, nei bar e nei ristoranti: gli esercizi pubblici che traggono beneficio dal turismo «e che hanno a disposizione spazio all’aperto, hanno lavorato molto bene, in particolare in luglio e agosto. E continuano a farlo anche adesso». Sono invece sempre in difficoltà le attività della ristorazioni «legate al business», come ad esempio i servizi di catering per i congressi. Anche durante l’orario di pranzo non è ancora tornato tutto come prima: «Da un lato perché molte persone lavorano ancora da casa e dall’altro perché diverse aziende sconsigliano la visita al ristorante sul mezzogiorno».

A ciò va poi aggiunto che pure bar e ristoranti che non hanno a disposizione terrazze o tavoli all’esterno stanno vivendo una situazione complicata: sembrerebbe infatti che «all’esterno vi sia una maggiore percezione di sicurezza indiretta», spiega Suter, preoccupato per l’arrivo della stagione fredda. «Abbiamo fatto presente questo aspetto ai Comuni e al Cantone, sperando che concedano maggiori spazi all’aperto anche in inverno». Il presidente di GastroTicino auspica pure che si possa «semplificare un po’ l’iter per ottenere il permesso per posizionare all’esterno ‘funghi riscaldanti’ o degli infrarossi». E questo perché se i clienti dovessero tornare a consumare esclusivamente all’interno dei locali, si riproporrebbe «il problema dei pochi spazi a disposizione e delle limitazioni. E ciò significherebbe, ad esempio, poter mettere a disposizione dei clienti meno tavoli». Riassumendo, visto che «ipotizziamo che la gente voglia stare di fuori il più a lungo possibile, intendiamo rendere sensibili gli enti pubblici e i politici su questo aspetto».

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