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‘Con le pillole volevo solo spegnere la mia mente’

La storia di Laura tra cocaina e cocktail di psicofarmaci ‘fai da te’, fino alla paralisi di una gamba che la fa finalmente ragionare

24 settembre 2020
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“Diventa come una routine, era la mia soluzione ai problemi. Avevo bisogno di dormire per non pensare. Oppure, in altre occasioni, era solo un modo per sedare l’astinenza da cocaina”. Incontro Laura, 21 anni, in un bar a Lugano. Il suo bisogno di sedarsi, l’ha portata in un vortice di pillole, di micidiali mix di sedativi e neurolettici. Ne ha davvero abusato per tre anni. Laura ha capito sulla sua pelle che possono essere dannosi per la mente e per il corpo. Grazie a una gamba completamente paralizzata ha capito quale rischio stava correndo. “Adesso conosco i dosaggi giusti, prima non sapevo neanche quali fossero gli effetti collaterali. C’è un altro pericolo, se muori di overdose perché hai preso troppi sedativi, non te ne accorgi nemmeno”.
Aveva 18 anni Laura (nome di fantasia, conosciuto dalla redazione) quando tutto è iniziato. Era un periodo nero, si sentiva depressa, motivo per il quale comincia a rovistare tra i farmaci del padre. “Non avevo idea di quello che stavo assumendo, volevo solo sedarmi”. Ne assume un po’ alla volta, crollando a tratti in un sonno profondo. Va avanti per qualche giorno prima che la madre la trova semi incosciente e la porta al Pronto Soccorso.
In quell’occasione Laura viene colta da un attacco di panico, non riesce a respirare normalmente, le sembra di soffocare e si spaventa assai. In ospedale procedono con infusioni per pulirle il sangue. Si è presa un bello spavento ma non abbastanza per capire la gravità della situazione. Infatti ci ricasca. Qualche mese dopo, per i suoi problemi di depressione le vengono prescritti antidepressivi e ansiolitici. Non rispetta le dosi prescritte, arriva ad assumere un ‘blister’ intero al giorno. “Mi facevano sentire stanca e scombussolata”. Non era un abuso regolare, dipendeva dal suo stato d’animo, quando era giù o in astinenza da cocaina, esagerava con le pillole per non sentire più nulla.

La dinamica si ripeteva. Ogni volta che la vita le presentava una difficoltà come un abbandono o una perdita, Laura automedicava la sua sofferenza con elevate dosi di psicofarmaci.

Poi c’era la cocaina. Laura la usava, dice lei, per sentirsi più brava a scuola, anche se di fatto, non funzionava. “Volevo avere bei voti, ma quando la coca finiva, dovevo rimpiazzarla con qualcosa e assumevo alti dosaggi di medicamenti”.

Ogni volta che desiderava smettere, doveva compensare coi farmaci. Trovarli non era evidente: non conosceva spacciatori, doveva arrangiarsi con quelle prescritte oppure implorava i medici di averne altre. Le capitava di presentarsi in farmacia diversi giorni prima del ritiro dei suoi medicamenti chiedendo altri sedativi, ma non ne riceveva.

‘Abusavo finché non crollavo’

“Abusavo e abusavo finché non stavo male fisicamente”. Un giorno mentre camminava per strada non ha più sentito una gamba, era paralizzata e il piede era completamente storto. Non riusciva più a camminare. Chiese aiuto e andò dal medico. Le disse che la gamba mandava impulsi senza senso, siccome c’era un accumulo di farmaci. Ci mise un giorno a ritrovare la mobilità della gamba. Dopo questo ennesimo spavento, Laura prese la decisione che voleva smettere di giocare con gli psicofarmaci. Era troppo pericoloso. In gioco c’era la sua vita.

Ora si fa prescrivere i medicamenti ogni settimana, senza più averne in eccesso in casa. “Con il metodo delle dosette settimanali mi sento più sicura”, spiega. Ha capito che la sua fragilità le può costare la vita: “Ora, guardando indietro, mi rendo conto che quando ci sei dentro vedi a fatica quanto sia pericoloso”.

L’esperta

‘Lo sballo con cocktail di farmaci’

I rischi legati all’abuso di psicofarmaci e al ‘fai da te’ di pillole e cocaina possono essere molteplici e molto pericolosi, come ci spiega la dottoressa Lucia Zanni Stüssi, psichiatra e psicoterapeuta, esperta nel settore della riabilitazione psichiatrica dei giovani ed ex caposervizio del Servizio Psicosociale di Lugano e Chiasso. Dietro la nuova pericolosa moda di cocktail di farmaci, presi dalla farmacia di famiglia, c’è tanta voglia di sballo per sfuggire ad un’insoddisfazione generalizzata ma anche di sedare sofferenze di traumi che non si riescono a digerire.  

Quali sono i rischi legati all’abuso di psicofarmaci?

Dall’abuso è facile scivolare nella dipendenza. Soprattutto per ansiolitici e antidepressivi. Per abuso si intende un uso inadeguato o sproporzionato rispetto ai dosaggi prescritti. Mentre la dipendenza è la condizione per cui in assenza di assunzione del farmaco di cui si abusa, si determina una sindrome di astinenza psicologica e fisica, quest’ultima anche pericolosa. L’abuso può accentuare gli effetti collaterali, in particolare la sedazione o altri effetti sul sistema nervoso centrale fino anche alla perdita di coscienza. Può essere quindi molto pericoloso.

Quale metodo di disintossicazione consiglierebbe?

Dipende dal livello di dipendenza, in casi particolarmente gravi è utile il ricovero. Oppure si possono utilizzare varie strategie come diminuire gradualmente il farmaco, ma sempre con il sostegno di un professionista e la regolare prescrizione del medico. Fondamentale per la riuscita del trattamento è la motivazione della persona. Deve volersi curare, deve essere consapevole del suo stato di dipendenza e dei rischi. Per il trattamento è fondamentale l’intervento medico sia nelle forme di intossicazione acuta sia per trattare l’abuso o dipendenza a lungo termine. Lo specialista potrà valutare le cause psichiche ed emotive che hanno condotto all’abuso e concorderà con la persona la terapia farmacologica e psicoterapica più indicata.

Come mai alcuni giovani abusano di farmaci?

I motivi possono essere tanti: uno stato di sofferenza legato a un episodio ben preciso, un senso di spaesamento, non avere certezze o punti di riferimento, sentire di dover affrontare un vuoto e un’insoddisfazione generale riguardo la propria vita. L’abuso di psicofarmaci aiuta a spegnere la mente, è un modo per medicare una sofferenza interiore. Spesso c’è già una diagnosi psichiatrica.

Ma perché i più giovani sono così attratti da cocktail di pillole?

Perché sono surrogati di sostanze alteranti o stupefacenti. E mi spiego: gli ansiolitici, ad esempio, danno un effetto immediato di piacevolezza, come l’alcool, il Thc o altre droghe. In genere, le benzodiazepine danno un effetto sedativo e una leggera euforia. Vediamo poi chi, alla ricerca dello sballo, assume veri e propri cocktail di farmaci (trovati in casa) mischiando antibiotici, antinfiammatori e pastiglie per il cuore. Sono mix davvero molto pericolosi.

Quali danni può causare l’assunzione di sedativi e neurolettici?

Se prescritti in modo controllato e assunti per il tempo e con il corretto dosaggio, non ci dovrebbero essere alterazioni particolari. Se vengono utilizzati in modalità ‘fai da te’ non si possono naturalmente valutare controindicazioni, né indicazioni terapeutiche con gravi rischi di sovradosaggio, eccessiva sedazione, in generale alterazioni dello stato di coscienza e depressione respiratoria, con pericolo per la vita.

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