Ticino

Estradato in Italia latitante albanese catturato in Svizzera

L'uomo si è reso responsabile di una serie di pericolosi reati: violenza sessuale, sfruttamento della prostituzione e immigrazione clandestina

L'estradizione è avvenuta attraverso il valico di Ponte Chiasso (Ti-Press)
13 agosto 2020
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Un cittadino albanese di 45 anni, ricercato dalla Polizia di Stato italiana e latitante dal 2003 è stato rintracciato in Svizzera, arrestato ed estradato in Italia. L'operazione, di cui stamane danno notizia le agenzie della Penisola, è stata confermata da Fedpol in un tweet.

La Polizia federale precisa che l'uomo è stato arrestato grazie alle informazioni fornite dagli omologhi italiani, in particolare dalla Squadra Mobile di Modena. L'operazione è inserita nell'ambito del progetto Wanted III della Polizia di Stato italiana, volto alla ricerca di pericolosi latitanti.

L'arresto è stato possibile grazie all'attivazione della rete europea dedicata alla ricerca e alla cattura di latitanti internazionali (Enfast -European Network of Fugitive Active Search Teams). È stato richiesto l'intervento del team Enfast di Fedpol, che ha predisposto mirati servizi di localizzazione che hanno avuto esito positivo.

L'arresto è avvenuto il 6 agosto scorso: con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo e del Servizio per la Cooperazione di Polizia italiani, gli investigatori elvetici hanno catturato ed estradato in Italia (attraverso il valico di Ponte Chiasso) il latitante.

Pene per 15 anni 4 mesi e 25 giorni di reclusione

In una conferenza stampa organizzata stamani presso la Questura di Modena è stato precisato che l'uomo si è reso responsabile di una serie di pericolosi reati in Italia a partire dal 1996 tra cui violenza sessuale, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina. Nei suoi confronti vi è un cumulo di pene per complessivi 15 anni 4 mesi e 25 giorni di reclusione ed 68'900,00 euro di multa.

L'uomo aveva compiuto una serie di pericolosi reati in Italia dalla metà degli anni novanta. La locale Squadra Mobile aveva portato alla luce una delle prime organizzazioni albanesi dedite all'attività di prostituzione di cui il latitante era uno dei promotori. L'albanese, unitamente ad altri 5 complici di nazionalità Italiana, albanese e rumena, aveva fatto giungere in Italia numerose ragazze rumene e moldave per poi farle prostituire. A partire dall'anno 2003, con le prime sentenze di condanna per i reati commessi, il 45enne si era dato alla latitanza.

Gli inquirenti italiani hanno sottolineato che la collaborazione tra i ministeri della Giustizia dei due paesi è stata particolarmente proficua e questo ha permesso una rapida conclusione del processo di estradizione e la conseguente consegna all'Italia del latitante albanese.

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