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A novant’anni dal volo antifascista su Milano

Bassanesi e Dolci raggiunta Milano da Lodrino incitarono gli italiani in piena dittatura a 'Insorgere! Risorgere!'

11 luglio 2020
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Le cerimonie nelle quali, in un'atmosfera resa quasi surreale per le misure anti-pandemiche, le massime autorità d'Europa e del mondo hanno commemorato, con solenne e intenso atto di memoria, i 75 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, pongono di riflesso in una luce particolarmente viva anche l'azione di quelle persone che, sin dagli inizi e con grandi rischi, si impegnarono nella lotta contro i regimi totalitari che scatenarono la guerra.

Una importante azione di antifascismo

Proprio oggi ricorre il novantesimo di una importante azione di antifascismo partita dal Ticino l’11 luglio 1930: il volo su Milano compiuto da Giovanni Bassanesi (1905-1947) e da Gioacchino Dolci (1904-1991) con un piccolo aereo Farman per una coraggiosa azione di volantinaggio incitante gli italiani, in piena dittatura totalitaria, a Insorgere! Risorgere!.

L’Italia viveva da diversi anni sotto la cappa di piombo dell’oppressione. L’azione fu ideata e preparata nella Parigi degli esuli antifascisti organizzati nel movimento Giustizia e Libertà fondato da Carlo Rosselli - liberalsocialista, intellettuale e politico, tra le maggiori personalità della lotta antifascista - da Alberto Tarchiani, ex capo-redattore del 'Corriere della sera', e altri. La propose Giovanni Bassanesi, giovane maestro di Aosta, di idee liberali, rifugiato nella capitale francese dopo le azioni di fascistizzazione della Valle d’Aosta. Un tale volo, audace, ma i cui effetti sarebbero stati spettacolari, non era possibile in linea diretta da Parigi a Milano.

Gli organizzatori pensarono così al Ticino come base di partenza che offriva la preziosa possibilità di contare sul sostegno della rete antifascista facente capo al consigliere di stato socialista Guglielmo Canevascini. Carlo Rosselli nel luglio del 1930 giunse in Ticino con Tarchiani e Dolci per i preparativi. Lodrino fu la località prescelta, dove il giudice di pace e agricoltore Carlo Martignoli mise a disposizione per l’atterraggio un prato falciato dal suo domestico Angelo Cardis.

Una tovaglia bianca lo avrebbe segnalato al pilota in arrivo. Il volo, molto rischioso a causa dell’aviazione fascista, riuscì perfettamente. Il lancio dei manifestini sulla città lombarda – sei testi per 150000 volantini di diverso colore- fu un pieno successo. 'Siamo a trecento metri d’altezza sui quartieri più centrali e affollati, sorvoliamo il Duomo: lancio gli ultimi pacchi. Scorgo sulla piazza numerosi gruppi che gesticolano, si agitano, in preda a grande animazione. Le nuvolette multicolori scendono sempre, sparpagliandosi ovunque', scriverà Gioacchino Dolci in un suo racconto dell’impresa. Per la popolazione milanese quella pioggia di volantini fu una eccezionale ventata di libertà, ma per la dittatura che godeva di riconoscimenti all’estero e che vantava la sua arma aerea fu un irritante atto di sfida e un cocente smacco.

Ritornato a Lodrino Bassanesi ripartì da solo con l’aereo risalendo la Leventina per superare il Passo. Ma a causa del maltempo si schiantò alle pendici del Monte Prosa rimanendo ferito. Questo portò all’arresto del pilota e ad un processo che, per decisione del Consiglio federale, si tenne davanti alla Corte penale federale convocata a Lugano.

Conseguenze politiche e tensioni rapidamente si ebbero tra la Confederazione e lo Stato fascista, tra la Confederazione e il Cantone, nelle reazioni dei diversi partiti e schieramenti politici in Ticino con intensa pubblicistica e reazioni popolari.

Processo a Lugano

Il processo, che si svolse dal 17 al 22 novembre 1930, amplificò moltissimo la portata del gesto. Contro il volere del Consiglio federale divenne infatti l’occasione per una denuncia pubblica, di vasta risonanza, del totalitarismo fascista.

La Corte penale federale si riunì nella sala del Consiglio comunale della città e fu presieduta dal giudice Agostino Soldati, personalità di grande competenza ed esperienza, mentre procuratore fu Brenno Gallacchi. Dinanzi alla corte comparvero Giovanni Bassanesi, Carlo Rosselli, Alberto Tarchiani e gli imputati ticinesi che collaborarono all’azione. ll collegio di difesa, per volontà di Carlo Rosselli, fu costituito, oltre che dal celebre penalista francese Vincent de Moro-Giafferi, da avvocati appartenenti a tutti i partiti di governo ticinesi. In aula erano presenti giornalisti di molti paesi d’Europa.

Il livello del dibattimento fu alto e toccò questioni di fondo, come il rapporto tra diritto e morale. Fuori si avvertiva il sostegno della popolazione per l’azione del maestro aostano. Rivolgendosi ai giudici Carlo Rosselli si espresse sulla situazione italiana con parole tragicamente toccanti: 'Il Tribunale vorrà permettermi di citare la mia esperienza personale. Non perché essa possa avere minimamente concorso a determinare la mia opposizione – al contrario – ma perché questa mia esperienza può considerarsi tipica. Avevo una casa: me l’hanno devastata. Avevo un giornale: me lo hanno soppresso. Avevo una cattedra: l’ho dovuta abbandonare. Avevo, come ho oggi, delle idee, una dignità, un ideale: per difenderli ho dovuto andare in galera. Avevo dei maestri, degli amici – Amendola, Matteotti, Gobetti – me li hanno uccisi'.

Conclusi i dibattimenti il mercoledì, la sentenza del Tribunale comunicata il sabato fu di una limitata pena di detenzione e di una multa a Giovanni Bassanesi per contravvenzione alla normativa aerea svizzera, e di completa assoluzione per tutti gli altri imputati. Luminosa prova di indipendenza della giustizia, la sentenza suscitò grande plauso e un moto di gioiose e commosse manifestazioni di sostegno all’azione degli antifascisti dentro e fuori l’aula. Pochi giorni dopo, espressione della ragion di Stato, giunse però una dura decisione del Consiglio federale che decretò l’espulsione dalla Svizzera di Giovanni Bassanesi, Carlo Rosselli, Alberto Tarchiani.

Il dovere della memoria storica

Bassanesi con quell’azione divenne, fino allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, un simbolo della lotta antifascista. Con Carlo Rosselli e Alberto Tarchiani nel 1931 organizzò un altro audace volo che da Costanza, in Germania, avrebbe dovuto puntare su Torino e Milano, di nuovo per un’azione di volantinaggio. L’impresa fallì per un non grave incidente al decollo. Seguì un nuovo processo e da qui un solitario, lungo e tormentoso peregrinare di Bassanesi in vari stati d’Europa, sempre da antifascista, ma con idee e atteggiamenti molto indipendenti che determinarono infine un distacco dal movimento Giustizia e Libertà.

Nella loro lotta Carlo Rosselli e Giovanni Bassanesi per vie diverse andarono incontro a un tragico destino. Carlo Rosselli, che partecipò al comando di una colonna armata alla Guerra di Spagna, al suo ritorno in Francia cadde assassinato con il fratello Nello a Bagnoles-de-l’Orne il 9 giugno 1937, in un attentato ordinato dai vertici del regime fascista. Giovanni Bassanesi nel 1939 rientrò in Italia preceduto dalla famiglia. Qui conobbe il confino, l’emarginazione, il crollo psichico, il manicomio, la povertà e infine, dopo la guerra, la denuncia, assieme alla moglie Camilla Restellini, di maltrattamento verso i figli cui seguì, per ambedue, l’enormità di una condanna al manicomio criminale. Giovanni Bassanesi morì quarantaduenne nel dicembre 1947 nel manicomio di Montelupo fiorentino. Quando l’anno successivo la moglie poté recarvisi, nel cimitero dove era stato sepolto non trovò una tomba con il suo nome.

Episodio parte della storia dell'antifascismo ticinese

Il volo antifascista su Milano fu sicuramente uno dei momenti belli dell’esistenza tragica di questo combattente. L’impresa che lo vide protagonista fa parte della storia del Ticino e dell’antifascismo ticinese che già si profilò agli inizi degli anni Venti. Dal 1998 una targa, posta da un gruppo di amici con partecipazione della consigliera federale Ruth Dreifuss, ricorda il volo sul San Gottardo dove cadde l’aereo. Per mantener viva la memoria di questi eventi e dei valori in essi affermati è stata fondata nel 2010 a Lodrino l’Associazione Amici di Giovanni Bassanesi, che ha commemorato l’ottantesimo del volo con un convegno e la posa di un monumento, opera della scultrice Clara Conceprio-Sangiorgio. Ma l’Associazione si propone anche lo scopo più ampio di far conoscere l’antifascismo e l’antinazismo in Svizzera. Nel suo sito 'www.amicigiovannibassanesi.ch' si possono vedere le iniziative che ha promosso in questi 10 anni, a Lodrino e in altri centri, anche in collaborazione con altri enti, ad es. le Biblioteche cantonali.

In Italia, nella città di Aosta, l’11 luglio 2017 la Regione Autonoma Valle d’Aosta ha onorato con una stele Giovanni Bassanesi e la moglie Camilla Restellini, a conclusione di un convegno dedicato alla lotta antifascista dei due coniugi.

L’Associazione Amici di Giovanni Bassanesi avrebbe voluto ricordare oggi sul Gottardo il novantesimo del volo, ma la situazione creata dalla pandemia ha indotto il Comitato a rinviare la commemorazione al prossimo anno.

 

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