Ticino

Da Guy Fawkes a Hitler, passando per Charles Manson

Molti i riferimenti alle grandi violenze del passato emersi durante l'istruttoria per la sventata strage alla Commercio di Bellinzona

(Ti-Press)
5 luglio 2020
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Lo studio ossessivo delle sparatorie nelle scuole americane, l’identificazione con alcuni dei loro autori: il piano di strage alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona passa anche da lì, come dimostrano gli scritti del 21enne condannato e il materiale trovato sul suo computer. Alcuni nomi si sono sentiti più volte durante l’istruttoria: anzitutto Eric Harris e Dylan Klebold, autori del massacro della Columbine High School nella contea di Jefferson, in Colorado. Era il 20 aprile del 1999, i due diciottenni armati fino ai denti uccisero 12 studenti e un insegnante, ferirono altre 24 persone e infine si suicidarono. Un elemento molto importante, quest’ultimo, anche secondo il presidente della corte Mauro Ermani, che ha notato come il suicidio costituisse allo stesso tempo l’elemento cardine della pianificazione e la ragione di certe titubanze, dovute al timore di non avere la forza per togliersi la vita. Per questo, ha notato Ermani, l’imputato adorava “Eric e Dylan” ma non Anders Breivik, il nazista norvegese che nel 2011 uccise 77 persone tra Oslo e l’isola di Utoya. Sparò sui giovani riuniti per un campus del Partito laburista norvegese, ma non si uccise.

L’esaltazione per la violenza di massa del giovane ticinese – che ora dovrà seguire un lungo percorso psicoterapeutico e farmacologico – si alimentava attraverso lunghe ricerche su internet: quasi la costruzione, pezzo dopo pezzo, di un pantheon criminale nel quale figurano anche l’attentatore di Oklahoma City – 168 morti per un’autobomba nel 1995 – e quello del Virginia Tech, che nel 2007 uccise in una sparatoria 33 studenti. Infine Charles Manson, il guru della ‘Family’, la comune criminale che nel 1969 massacrò cinque persone tra le quali Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski incinta al nono mese.


Charles Manson (Keystone)

Alla fascinazione per le sparatorie si aggiungeva quella per il nazismo. A dirla tutta, l’impressione è che si trattasse d’infatuazione per l’ennesimo simbolo del male e della violenza, più che di un’effettiva condivisione di ideologie totalitarie e antisemite. In un primo vagheggiamento stragista – affidato alla lettera a un’amica – si accennava all’idea passare all’azione l’8 novembre: l’anniversario del fallito ‘Putsch della birreria’ di Monaco del 1923, ma anche un’allusione al numero 88, il ‘doppio otto’ che nell’ordine alfabetico dell’ultradestra designa le due acca del saluto ‘Heil Hitler’.

Che però le idee politiche del ragazzo fossero ondivaghe lo dimostra la data alternativa inizialmente ipotizzata: il 5 novembre, giorno in cui nel 1606 fu sventata al parlamento inglese la Congiura delle polveri. Ad accumulare 36 barili di polvere da sparo sotto alla Camera dei Lord era stato Guy Fawkes, a capo di un gruppo di cospiratori cattolici che volevano liberarsi del sovrano anglicano Giacomo I. Ma anche in questo caso sarebbe inutile cercare chissà quali motivazioni storiche: nell’immaginario contemporaneo Fawkes è ricordato più che altro per la maschera che ne riprende le fattezze, e che viene indossata dal terrorista anarchico protagonista del film ‘V per vendetta’. Uscito nel 2005 e ispirato a un fumetto Marvel del visionario Alan Moore, la sua sceneggiatura racconta la lotta del protagonista contro un regime fascista, il tutto ambientato in una distopica Inghilterra del futuro. La maschera è anche un simbolo degli hacker attivisti di Anonymous, e ricorre in molte manifestazioni anticapitaliste.


V for Vendetta (Imdb)

Ma è un altro film ad avere davvero colpito l’immaginario dell’allora adolescente: ‘Natural Born Killers’ di Oliver Stone, che nel 1994 immortalò una coppia di assassini seriali con lo scopo, a sentir lui, di denunciare il legame perverso tra media e violenza. Natural Born Killers – 'assassini nati', ridotto alla sigla Nbk – era anche il nome in codice per l’attacco alla Columbine. Per questo l’aspirante attentatore di Bellinzona aveva ribattezzato il suo disegno Nbk 2.0, e si era inciso la sigla su diverse parti del corpo: avambracci, bicipiti, spalle e petto, una scarificazione diversa per ciascuno dei suoi ‘idoli’.


Natural Born Killers (Golden Globes)

Al processo non se ne è parlato, ma le stragi dall’altra parte dell’Atlantico hanno fatto emergere anche modelli di reazione positiva. Come la ‘Parkland generation’ – dal nome di un’altra strage scolastica –, ovvero i post-millennial nati a cavallo del secolo le cui marce hanno ridato slancio al progressismo Usa. In questo caso il volto più iconico è senz’altro quello della sopravvissuta Emma González, coi suoi capelli rasati a zero e il suo famoso discorso ‘We call Bs’ (‘denunciamo le stronzate’) rivolto ai politici manovrati dalla lobby delle armi. Questo, sì, merita un ricordo. L.E.

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