Ticino

‘Salario minimo, il Tf decida presto sui ricorsi’

Maurizio Agustoni (Ppd): le ditte devono comunque organizzarsi. Il Ps: evitare situazioni prolungate di incertezza per i dipendenti e per le imprese

4 giugno 2020
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«Sarebbe comunque auspicabile che il Tribunale federale decida in tempi brevi sul merito dei ricorsi: ritengo che le aziende ticinesi debbano poter sapere al più presto come organizzarsi e quindi come comportarsi nei confronti dei loro dipendenti. Un’incertezza prolungata non gioverebbe alle ditte, ai rispettivi collaboratori e all’economia in generale». Il capogruppo del Ppd in Gran Consiglio Maurizio Agustoni era tra coloro che in parlamento hanno approvato, nel dicembre 2019, la legge cantonale sul salario minimo e contribuito, prima del voto, al raggiungimento di un non facile compromesso in Commissione gestione. Legge che potrà entrare in vigore alla data fissata dal Gran Consiglio, cioè il 1° gennaio 2021, dopo che il Tribunale federale, come anticipato martedì dalla ‘Regione’ sul proprio sito online, ha detto no al conferimento dell’effetto sospensivo ai due ricorsi inoltrati in aprile da undici ditte del Sottoceneri, soprattutto del Mendrisiotto, contro la normativa.

La decisione di Mon Repos è del 27 maggio. Elaborata dopo il sì espresso nel giugno 2015 dai cittadini ticinesi a un’iniziativa dei Verdi, la legge ha ottenuto il via libera della maggioranza del parlamento lo scorso 11 dicembre. Come scritto, la sua entrata in vigore è stata stabilita per il 1° gennaio del prossimo anno. La normativa applica il principio ancorato alla Costituzione cantonale dal voto popolare. Attraverso tre tappe ed entro fine 2024, la legge prevede un salario minimo compreso tra 19.75 franchi all’ora e 20.25 franchi. La normativa lo scorso aprile è stata impugnata davanti ai giudici di Losanna con due ricorsi, presentati da complessivamente undici ditte.

Mon Repos non si è ancora pronunciato sulle tesi di chi contesta la legge ticinese, nel frattempo ha respinto la richiesta di conferimento dell’effetto sospensivo avanzata dai ricorrenti in attesa della sentenza di merito. Come osservato dal Consiglio di Stato, rileva Mon Repos, pur essendo prevista per il 1° gennaio 2021 l’entrata in vigore della legge, gli effetti obbligatori per le aziende inizieranno dal 31 dicembre dello stesso anno (termine per la prima fase di attuazione della normativa), ragion per cui “non appare data alcuna urgenza su cui fondare l’adozione del provvedimento cautelare richiesto”, ovvero l’effetto sospensivo. Secondo il Tribunale federale, l’argomentazione delle ditte ricorrenti “non è sostanziata, limitandosi le stesse a riferirsi a conseguenze puramente ipotetiche, e non è pertanto atta a dimostrare la sussistenza di pregiudizi difficilmente riparabili o di interessi privati preminenti rispetto a quello pubblico all’attuazione immediata della criticata legge”.

‘No a un iter come quello della tassa
di collegamento’

«Mi sembra che quella del Tribunale federale sia, allo stato attuale, una presa di posizione pragmatica, che tuttavia non chiude la porta a un'eventuale ulteriore richiesta di effetto sospensivo se l'anno prossimo Mon Repos non dovesse deliberare sul merito dei ricorsi», riprende il deputato e avvocato. «Premesso ciò, spero che in tempi brevi i giudici di Losanna ci dicano, pronunciandosi sul contenuto dei ricorsi, se la legge ticinese sta in piedi o no - ribadisce Agustoni - Questo perché se il Tribunale federale dovesse giungere alla conclusione che la legge non è conforme alla norma costituzionale (per la quale l'Assemblea federale ha già dato la garanzia), il Gran Consiglio sarebbe tenuto ad adottare una nuova legge d'applicazione che concretizzi il diritto costituzionale a un salario dignitoso, come ha chiesto la maggioranza del popolo nel 2015». Sulla stessa lunghezza d'onda il Partito socialista che, giudicando "molto positivamente" il mancato conferimento dell'effetto sospensivo, auspica, in una nota, che "il Tribunale federale decida in tempi rapidi in merito al contenuto dei ricorsi, così da evitare situazioni prolungate di incertezza per i dipendenti e per le imprese". 

Per il capogruppo dei popolari democratici, «bisognerebbe assolutamente evitare quanto accaduto con la tassa di collegamento: si è dovuto attendere quasi quattro anni, con importanti conseguenze negative anche per i conti cantonali, per conoscere il verdetto di Mon Repos sui ricorsi che erano stati inoltrati». 

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