Ticino

'Il nostro lavoro al servizio del non profit'

Presentato il Centro di competenze Cenpro, che si pone l'obiettivo di aiutare il settore a crescere: consulenze, informazione e messa in rete di saperi

Ti-Press
3 giugno 2020
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Sviluppare il settore del non profit offrendo formazione, consulenze e suggerimenti sulla gestione operativa. È questo il programma del Centro competenze non profit (Cenpro) che è stato tenuto a battesimo oggi al Centro studi Villa Negroni, dove avrà sede l’ufficio. Un’idea che “trova compimento dopo un lavoro di circa tre anni”, spiega il direttore Giorgio Panzera. Illustrando subito quale è uno degli obiettivi principali: “Vogliamo dare alle associazioni le competenze necessarie per migliorare nella ricerca fondi. Non alzeremo il telefono, non cercheremo soldi per loro, ma proveremo a trasmettere il necessario affinché il loro progetto possa essere migliore di quelli che magari, oggi, vengono rifiutati”. I destinatari del neonato Cenpro? “Tutti gli enti giuridici che compongono nel settore del non profit, come associazioni, fondazioni, federazioni e cooperative”.

Ma ci sono anche molti auspicabili destinatari indiretti, riprende Panzera. E si parla di “autorità di vigilanza, avvocati, notai, giuristi, istituti bancari enti pubblici o persone private”. Concretamente, osserva il direttore di Cenpro, “lo sviluppo del settore non profit è necessario, perché la situazione nella Svizzera italiana è molto frammentata e serve una messa in rete, la filantropia deve accorciare le distanze”. E in questo senso si inseriscono “i corsi di formazione continua che offriremo”. Il tutto “con due tariffe orarie diverse, dove una sarà dedicata agli enti più piccoli”. Partendo da un fatto: dopo sette centri di competenza creati in Svizzera, questo è il primo che vede la luce in Ticino.

Dell'Ambrogio: 'Il volontariato è sempre stato fonte di innovazione'

Il presidente del Consiglio di fondazione Cenpro, Stefano Montobbio, inserisce la novità del centro di competenze nel momento attuale. Che è delicato, per usare un eufemismo: “Nelle situazioni di crisi poco più del 10 per cento del terzo settore vede crescere le proprie entrate, il 38 per cento ha addirittura un calo delle entrate pari al 50 per cento, e rischia la sopravvivenza”. E, sempre nei momenti di crisi, “gli enti non profit oltre a dare un valore aggiunto alla società e al suo territorio si assumono compiti d’interesse pubblico non prioritari per l’economia privata e che lo Stato preferisce delegare”.

Di più. Per il membro della fondazione Mauro Dell’Ambrogio “il volontariato è sempre stato fonte di innovazione, un motore fondamentale per le istituzioni che a volte sono un po’ conservatrici e per la società, questo spirito di novità si è riflesso anche nel settore economico”. L’avvocato Paolo Bernasconi, segretario di Cenpro, fa notare dal canto suo come l’operazione debba essere guidata da tre parole: “Filantropia, cioè amore per l’uomo; supplenza, quindi laddove il potere pubblico non può oppure non vuole intervenire; sinergia, per la creazione di posti di lavoro, con responsabilità sociale da parte delle imprese”. È fondamentale, per Bernasconi, “che anche la Svizzera italiana abbia una piattaforma di contatto per chiunque operi nel non profit”.

Un ambito, rimarca il membro del consiglio di fondazione Michele Rossi, che va definito: “Non profit non vuol dire opporsi al profitto, ma avere un’attività che ha un interesse ideale e non lo scopo di ottenere un utile economico. Lo scambio può essere arricchente, e può avere un futuro interessante: ad esempio, oggi nessuno mette in dubbio il concetto di responsabilità sociale per le imprese”. Il Cenpro avrà due persone assunte per una massa salariale del 180 per cento, e per l’immediato ha il progetto ‘Barometro npo’, “con il quale intendiamo misurare nel settore non profit il post Covid-19, come viene affrontata la situazione” dice Panzera. Che conclude: “Con questi dati potremo costruire progetti per la ripartenza”.

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