Ticino

'L'istituto chiuso per minorenni è necessario'

La Magistratura dei minorenni 'rinnova' la richiesta di realizzare il centro di contenimento. La commissione parlamentare: audizioni a breve

Ti-Press
29 maggio 2020
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“La dotazione nel cantone di servizi e istituti per la protezione dei minori è buona”. Tuttavia “rinnoviamo la richiesta di creazione di un istituto educativo chiuso per minorenni per l’osservazione dei minori non collaboranti, la
gestione delle situazioni di crisi importanti, le misure disciplinari per minori collocati e l’esecuzione di pochi casi di pene di privazione della libertà, in regime di semiprigionia o a giornate separate, per le quali non si può far capo alla struttura carceraria concordataria. Queste situazioni sono in aumento da diversi anni”. La Magistratura dei minorenni torna alla carica su un dossier che da tempo, troppo tempo è sui tavoli o nei cassetti della politica ticinese. Lo fa nella relazione sull’attività svolta lo scorso anno contenuta nel Rapporto 2019 del Consiglio della magistratura e delle autorità giudiziarie. Sono passati oltre dieci anni dalla pubblicazione dei documenti del gruppo di lavoro ’Giovani, violenza ed educazione’ designato dal Consiglio di Stato e coordinato dall’allora procuratore pubblico Antonio Perugini, del 2010 è l’iniziativa popolare dei Giovani liberali radicali (più di dodicimila firme), ma il Centro educativo chiuso per minorenni problematici non ha ancora visto la luce in Ticino.

Fra gli iniziativisti c’era anche Nicola Pini, oggi deputato Plr, che ha seguito il fascicolo in tutto il suo periplo ancora senza approdo. E che, interpellato dalla ’Regione’, rileva come «la necessità di questo ulteriore tassello è ribadita non solo in maniera costante dal magistrato dei minorenni, ma anche da un recente studio della Supsi eseguito dopo che il parlamento ha richiesto un aggiornamento del fabbisogno. E questa necessità è stata ribadita». Di più, «c’è stata anche un’apertura dell’Ufficio federale della giustizia ad andare in questa direzione». Alla luce di tutto ciò, per Pini «è veramente venuto il momento di elaborare un concetto pedagogico per questa struttura che, ricordiamo, non è e non vuole assolutamente essere una prigione. E sulla base di questo concetto si potrà andare, spero, a decidere definitivamente di crearla». Ricordando come, già dal 2010, gli obiettivi siano due: «Colmare una lacuna oggi presente nel panorama socio-educativo nel Canton Ticino e, soprattutto, non abbandonare a loro stessi dei giovani che si trovano in difficoltà. Sono da 50 a 70 casi all’anno, e sono tanti». Conclude Pini: «È compito dello stato non abbandonarli, non possiamo precludere loro un futuro». Il dossier è nella commissione parlamentare ’Giustizia e diritti’. «A causa dell’epidemia i tempi si sono ulteriormente allungati, tuttavia abbiamo programmato delle audizioni a breve», afferma il presidente della ’Giusitizia’ Carlo Lepori (Ps). «Prima della pausa estiva prevediamo di sentire il magistrato dei minorenni (si parla del 15 giugno, ndr) e un rappresentante del Dipartimento sanità e socialità», aggiunge la coordinatrice della sottocommissione sul tema Cristina Maderni (Plr).

L'anno scorso aperti 1'101 procedimenti

Nel 2019 intanto l’autorità giudiziaria (Reto Medici magistrato dei minorenni, Fabiola Gnesa sostituto) ha pronunciato “637 condanne a cui vanno aggiunti 122 abbandoni, 29 procedure trasmesse ad altre autorità fuori cantone e 210 incarti congiunti, per un totale di 998 incarti chiusi”. Inoltre “abbiamo proposto alcuni tentativi di mediazione penale”. Gli incarti aperti durante lo scorsoi anno sono stati invece 1'101. “La situazione degli arretrati - segnala la Magistratura dei minorenni - è peggiorata rispetto all’anno precedente, registrando, a fine 2019, 449 incarti pendenti (la media per il periodo 2010-2019 è di 273)". Tornando ai 1'101 procedimenti avviati nei confronti di minorenni, il numero “si discosta in maniera rilevante dalla media annuale per il periodo 2010-2019, che è di 978”. La criminalità minorile, scrive la Magistratura dei minorenni, “continua a essere caratterizzata principalmente dai reati puniti dal Codice penale (33%), dalla Legge sulla circolazione stradale (14%) e dalla Legge federale sugli stupefacenti (36%)". Riguardo ai reati contro l’integrità personale, “constatiamo una situazione in aumento rispetto all’anno precedente": 124 decisioni nel 2019 rispetto alla media 2010-2019 di 46. Quanto ai reati contro il patrimonio “osserviamo una situazione stabile, in particolare per furto e danneggiamento (160 decisioni nel 2019 rispetto alla media 2010-2019 di 171)". Diminuiti gli illeciti contro il patrimonio “commessi da persone straniere residenti all’estero" e pure "certe tipologie di vandalismo”. In aumento per rapporto al 2018 le condanne per delitti contro l’onore e la libertà personale: 47 decisioni lo scorso anno, "rispetto alla media 2011-2019 di 32". Le infrazioni alla Legge sulla circolazione stradale “sono nella media". Rispetto al 2018, sono aumentati l’anno scorso i procedimenti concernenti infrazioni e contravvenzioni in materia di stupefacenti: 459 decisioni (media 2010-2019: 288).

Trentuno detenzioni preventive

Trentuno, prosegue la relazione, le carcerazioni preventive ordinate. “La detenzione preventiva avviene al carcere giudiziario ’La Farera’ a Cadro - ricorda l’autorità giudiziaria -. Nel 2019 abbiamo fatto eseguire sei condanne di pene di privazione della libertà". I minorenni detenuti “sono seguiti durante questa delicata fase dagli agenti di custodia nonché dal personale del Servizio educativo minorile e da quello sanitario: sono inoltre obbligati a frequentare la scuola interna In-Oltre organizzata in collaborazione con la Divisione della formazione professionale” del Dipartimento educazione cultura e sport. Per l’esecuzione delle pene privative della libertà “abbiamo fatto capo alla struttura carceraria concordataria per minorenni che si trova nel Canton Vaud”.

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