Ticino

#riparTIamo: la nuova campagna di commercianti e agricoltori

L'idea è quella di stimolare il consumo locale. È la prima volta che Federcommercio e Unione contadini lanciano una campagna

25 maggio 2020
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#ripartiamo. Con un cuoricino sulla seconda i. La nuova campagna di comunicazione dei commercianti ticinesi – per la prima volta in collaborazione con gli agricoltori – si affida a un hashtag e a uno slogan pensato per stimolare il senso di comunità: “Tutti insieme per un Ticino più forte”. Nelle immagini che da oggi compariranno su quotidiani, cartelloni e banner digitali a metterci la faccia saranno anzitutto contadini, allevatori, casari: volti di quelle eccellenze dalle quali si spera di ricominciare, invogliando tutti alla spesa locale e alla scelta di prodotti del territorio. E coinvolgendo nello sforzo le principali realtà della distribuzione, del turismo e dell'enogastronomia.

«Sarà difficile recuperare la cifra d’affari persa negli ultimi due mesi», nota la presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga, che però guarda avanti, invitando alla «solidarietà» per «rimettere insieme il nostro Cantone». Questo lo scopo della campagna presentata oggi nella sala del Consiglio comunale di Lugano, un'iniziativa trasversale che potrebbe ampliarsi ad altre associazioni di categoria nelle prossime settimane.

Dal campo...

Accanto a Sommaruga Sem Genini, direttore dell’Unione dei contadini ticinesi: «In questi mesi la popolazione si è riavvicinata al settore agricolo, ha potuto apprezzarne la qualità e conoscere meglio i nostri produttori». E si è dimostrata generosa, ad esempio nel caso dei capretti pasquali: dopo il grido d’aiuto motivato dalla chiusura dei ristoranti, la situazione si è ribaltata grazie alla mobilitazione della cittadinanza, «al punto che siamo riusciti a vendere tutti i capi ticinesi».

Quella dell’agricoltura d’altronde è una situazione relativamente positiva, almeno se paragonata ad altri settori colpiti dalle chiusure. Ma le situazioni critiche restano, specie per le eccedenze del settore vitivinicolo e per le difficoltà di chi lavora rifornendo alberghi, ristoranti ed eventi. L’importante allora è continuare a parlare al consumatore, ricordandogli – come ha notato in conferenza stampa Sibilla Quadri, coordinatrice del Centro di competenze agroalimentari – che gli agricoltori «c’erano, ci sono e ci saranno: è importante che vengano sostenuti».

...al negozio.

Tornando ai commerci, Sommaruga ricorda bene il trauma: «L’inizio della crisi è stato drammatico, anzitutto per lo spavento dato dall’emergenza sanitaria. Poi si è aggiunta l’incertezza quando abbiamo dovuto chiudere: ci chiedevamo tutti se saremmo riusciti a pagare i dipendenti, a ripartire, a tornare a vendere. Per fortuna abbiamo ottenuto il sostegno economico del Cantone e della Confederazione. E ora la ripartenza c’è stata: non per tutti – dipende un po’ dalle zone e dai flussi turistici –, ma comunque le cose stanno funzionando».

Insomma: adesso l'importante è non scoraggiarsi. «Ora abbiamo di fronte una prospettiva di ridotto potere economico della clientela – dovuto ai minori redditi – e se poi il franco dovesse acquistare valore, allora gli incentivi a fare la spesa oltre confine diventerebbero forti» una volta riaperte le frontiere. «La nostra campagna serve a incitare il consumo locale, ma sappiamo anche che dovremo essere sempre più creativi e competitivi, anche sul prezzo, nella speranza di ingranare la marcia giusta e non perdere posti di lavoro».

È in questo contesto che si inserisce anche la richiesta di poter prolungare temporaneamente gli orari di lavoro e stare aperti almeno qualche domenica, fino a fine anno: sul tavolo del governo c’è già una mozione presentata la scorsa settimana dal Plr, che oggi ha riscosso il plauso dei commercianti. 

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