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Fatture, le aziende elettriche vengono incontro alla clientela

In seguito all'emergenza coronavirus, la Società elettrica sopracenerina prevede un approccio 'caso per caso' per il pagamento delle bollette

Concessioni sulle fatture da pagare (Ti-Press)
27 marzo 2020
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Pagare le bollette può rappresentare un problema per molte persone in questo periodo nel quale molte imprese, negozi o ristoranti hanno dovuto chiudere a causa dell'emergenza coronavirus. Recentemente, il governo ticinese aveva già indicato di concedere una dilazione dei termini di pagamento di 60 giorni per le fatture emesse dallo Stato. Anche diverse aziende elettriche del cantone hanno previsto questa misura. Da parte sua, la Società elettrica sopracenerina (Ses) ha invece deciso di affrontare la situazione con un approccio un po' diverso, stabilendo «misure puntuali per chi ne ha più bisogno in questo momento», afferma a 'laRegione' Daniele Lotti, direttore della Ses.

Lo scorso 16 marzo il Consiglio di Stato, aveva deciso – per alleggerire la pressione sull'economia in difficoltà – di prolungare fino a 60 giorni il termine per pagare le fatture emesse dallo Stato. Concretamente si tratta delle "imposte e richieste di acconto cantonali", così come "le diverse tasse cantonali richieste ai cittadini per prestazioni ricevute: per esempio tasse di circolazione, tasse di registro, tasse demaniali, tasse per il rilascio di documenti, ecc.", precisa da noi contattato lo Stato maggiore cantonale di condotta. Per quanto riguarda elettricità, acqua e altri servizi, anche l’Azienda Multiservizi Bellinzona, le Aziende Industriali di Lugano e le Aziende industriali Medrisio hanno deciso di dilazionare a 60 giorni i termini di pagamento delle loro bollette. L’Azienda di servizi industriali di Chiasso (Age), non ha invece previsto tale possibilità, da un lato perché i termini di pagamento «sono già abbastanza blandi (di regola una cinquantina di giorni)», ci spiega Corrado Noseda, direttore dell'Age. Dall'altro, «non vogliamo che il virus diventi una scusa per non pagare le fatture o per rimandarle». In ogni caso, «siamo pronti a discutere» con chi ha la necessità di prorogare il termine di pagamento, «come abbiamo sempre fatto», assicura Noseda.

'Dare una mano a chi è in difficoltà'

Insomma, quella di una certa flessibilità è anche la via che vuole percorrere la Ses: la possibilità di una dilazione generalizzata per tutti è stata valutata, ma poi abbandonata. E questo, ad esempio, perché «le persone con lo stipendio assicurato non avranno problemi a pagare la fattura elettrica. Altri, invece, che hanno dovuto chiudere la loro attività, saranno più in difficoltà», rileva Lotti. La Ses vuole quindi andare incontro alle persone che ne hanno più bisogno con misure puntuali, «valutando caso per caso: bisogna ascoltarle e trovare assieme delle soluzioni». È chiaro che «non sarà un lavoro indifferente – prosegue Lotti –, vista la mole di clienti che abbiamo, ovvero tra gli 80mila e gli 85mila. Siamo però ottimisti, sperando che la maggior parte dei clienti non abbia grossi problemi».

La Ses intende inoltre «informare» i suoi clienti in merito alle misure di sostegno all’economia decise dal Consiglio federale. Come ad esempio il fatto di poter chiedere alla propria banca fino a 500mila franchi di credito a tasso zero. «È però chiaro che, ad esempio, un ristorante che ha dovuto chiudere sarà in grande difficoltà. In questi casi cercheremo quindi di dare una mano», sottolinea Lotti. 

'Valutiamo la possibilità di alimentare un fondo di aiuto alle Pmi'

Concretamente, la Ses ha previsto una serie di misure, in particolare, per i clienti con attività commerciali: «Abbiamo, ad esempio, bloccato la fatturazione di tutti gli equipaggiamenti (come i quadri elettrici di cantiere) forniti alle imprese di costruzione. Inoltre, abbiamo ridotto considerevolmente gli acconti chiesti a bar e ristoranti, visto che, essendo chiusi, i loro consumi sono praticamente nulli. Prevediamo poi risposte puntuali per tutti coloro che chiedono una dilazione di pagamento delle fatture, giustificata dall’emergenza coronavirus», precisa il direttore della Ses. Per quanto riguarda i richiami di pagamento «abbiamo deciso di inviarli lo stesso. Ma se poi qualcuno ci segnala di essere in difficoltà applicheremo una dilazione del termine».

La Società elettrica sopracenerina vuole, infine, anche supportare le piccole e medie imprese del suo comprensorio con soluzioni ad hoc. Le modalità di questo sostegno non sono ancora chiare, ma «stiamo, ad esempio, valutando la possibilità di alimentare un eventuale fondo di aiuto per le Pmi, stanziando un determinato importo», conclude Lotti. 

Più tempo per acconti e conguagli

Intanto, anche i Municipi di Lugano e Chiasso hanno adottato misure per sostenere popolazione e aziende in questo periodo difficile per l’economia. In entrambi i casi è stato prorogato il termine di pagamento degli acconti ed esteso a 60 giorni quello per i conguagli. L’esecutivo di Chiasso ha inoltre deciso di rinunciare, per il mese di aprile, a incassare la tassa di occupazione dell’area pubblica e al rimborso delle flexicard inutilizzate. Discorso analogo per l’affitto delle attività commerciali che occupano immobili di proprietà del Comune, l’affitto mensile dei posteggi comunali e dei parcheggi in zona blu.

 

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