Ticino

Coronavirus, chiusi 9 valichi. 'Ma le scuole restino aperte'

Da Berna l'aggiornamento sulla situazione del Covid-19 in Svizzera: 645 casi positivi, circa 8mila casi sospetti. In Ticino 131 contagi

La chiusura del valico di San Pietro di Stabio (Ti-Press)
11 marzo 2020
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Al momento in Svizzera ci sono 645 casi positivi di coronavirus, 131 in Ticino, il cantone più colpito. A Berna è stato deciso di chiudere 9 valichi minori con l'Italia per incanalare il traffico verso i valichi principali. Le frontiere però restano aperte.

Le frontiere

In Ticino dunque, con effetto immediato, il traffico proveniente dall'Italia sarà convogliato verso i valichi più importanti. Saranno nove in tutto le piccole dogane che chiuderanno le barriere, ha annunciato l'Amministrazione federale delle dogane (Afd) in conferenza stampa a Berna.

Stando alle autorità, questa misura permette alla Svizzera di svolgere al meglio il suo compito di monitoraggio a seguito dei decreti italiani dell'8 e 9 marzo 2020.

Del totale dei casi 613 sono già stati confermati tramite un secondo test, mentre altri 32 probabilmente verranno confermati nelle prossime ore. In tutto il Paese si contano 3 decessi. Restano ancora da chiarire circa 8mila casi sospetti. Sono queste le informazioni che da Berna comunica l'Ufficio federale della sanità pubblica. 

Valichi chiusi e Valichi alternativi

  1. Pedrinate -> Chiasso strada (Ponte Chiasso)
  2. Ponte Faloppia -> Novazzano Brusata (Bizzarone) o Chiasso strada
  3. Novazzano Marcetto -> Novazzano Brusata (Bizzarone) o Chiasso strada
  4. San Pietro di Stabio -> Stabio Gaggiolo
  5. Ligornetto Cantinetta -> Stabio Gaggiolo
  6. Arzo -> Stabio Gaggiolo o Brusino Arsizio
  7. Ponte Cremenaga -> Fornasette o Ponte Tresa
  8. Cassinone -> Fornasette
  9. Indemini -> Dirinella (Zenna)

'Chiudere le scuole al momento non è una misura consigliabile'

Patrick Mathys, responsabile della Sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale, ha sottolineato che vanno protette in particolare le persone vulnerabili. Le regole igieniche, ha affermato, sono molto importanti. In caso di sintomi le persone non a rischio non devono correre dal medico e, anzi, provvedere ad un'auto isolamento a casa. Se la situazione dovesse peggiorare, possono consultare il medico in primo luogo per telefono.

Un'auto quarantena di cinque giorni è consigliata anche se si è entrati in contatto con un malato confermato di coronavirus. La chiusura delle scuole al momento non è invece un tema, poiché i bambini sono molto meno colpiti dal virus e in modo lieve, ha spiegato Mathys. Inoltre, chiudendo le scuole, si rischia un maggiore mescolamento delle generazioni, fatto che potrebbe mettere in pericolo i nonni di questi bambini.

Mathys ha poi fatto un breve resoconto della situazione internazionale, sottolineando come in Cina la situazione stia migliorando e anche in Corea del Sud ci sia una tendenza positiva. In tutta Europa e nel Medio Oriente però i casi aumentano e alcuni episodi si registrano anche sul continente americano. Anche in Svizzera non bisogna sottovalutare la situazione, poiché si registrano casi gravi e si dovrà contare con ulteriori decessi.

'Casi in crescita fino a fine maggio'

Intanto, parlando con la stampa, Patrick Mathys ha chiarito che l'attuale ondata di coronavirus potrebbe durare fino a metà/fine maggio. "Ci sono molte variabili in gioco e tanto dipenderà dalla bontà delle misure prese fino ad ora, ma è vero che da quello che si può osservare in altre regioni i casi potrebbero cominciare a diminuire da metà maggio".

Misure economiche

Intanto il coronavirus costringe le autorità anche a prendere le prime misure economiche. Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch, Segretaria di Stato e direttrice della Segreteria di Stato dell'economia (SECO), ha annunciato l'alleggerito delle regole per ottenimento delle indennità per lavoro ridotto. Il termine di annuncio prima dell'ottenimento dell'indennità viene ad esempio diminuito da 10 a 3 giorni. Inoltre, anche la procedura verrà semplificata, con il minimo dei documenti necessari. Questo anche perché, vista la situazione, non c'è motivo per respingere la richieste.

 

 

 

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