Ticino

Coronavirus e crisi della ristorazione

GastroTicino invia al governo una risoluzione per chiedere sostegno al settore gastronomico e alberghiero

Turismo pasquale a rischio (Ti-Press)
4 marzo 2020
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«Non vorrei mettere agitazione o aumentare la paura, ma sì: siamo parecchio preoccupati». Non usa molti giri di parole il presidente di GastroTicino Massimo Suter nel descrivere, interpellato dalla ‘Regione’, l’impatto che l’evoluzione del coronavirus sta avendo – e avrà – sul mondo dell’economia e, di conseguenza, nel settore della ristorazione. «Un’evoluzione che non promette niente di buono», aggiunge. Tanto da aver portato l’Assemblea straordinaria dei delegati che ha avuto luogo ieri pomeriggio a mettere nero su bianco nove misure, nove richieste che sono state inserite in una risoluzione indirizzata al Consiglio di Stato. Misure che sono varie, e che abbracciano tutti gli ambiti dell’attività della ristorazione. Si va dal chiedere “di non dimenticare uno dei settori più importanti per l’economia e la socialità mettendo in campo misure idonee” per far sopravvivere “uno dei maggiori datori di lavoro del paese”, alla richiesta “di intercedere con il Dipartimento finanze ed economia e la Segreteria di Stato dell’Economia (Seco) affinché, nel settore della ristorazione e albergheria, si estenda il diritto all’indennità per il lavoro ridotto anche per persone con un contratto a tempo determinato”. Altrimenti, continua la risoluzione, “la maggioranza delle strutture ricettive non potrà procedere a tali assunzioni, con ripercussioni forti sull’apertura stagionale”. Ma non ci si ferma qui. Le richieste di GastroTicino comprendono, va da sé, l’argomento ‘uscite’. Nel senso che si chiede “di esonerare per il 2020 gli esercizi della ristorazione e albergheria dal pagamento della tassa esercizi pubblici, e di sospendere la riscossione delle tasse sul demanio e sul suolo pubblico”. Ed è chiesto, anche, “di intercedere con i Dipartimenti interessati e i Comuni affinché nel 2020 riducano la tassa sui rifiuti” come, interpellando le autorità federali, “di agire sui tassi ipotecari e per abbassare temporaneamente il tasso dell’Iva”. Ultime proposte, quelle di introdurre buoni pasto a livello di Amministrazione cantonale per sostenere la ristorazione ticinese e di “prevedere un fondo di emergenza speciale e a medio lungo termine per favorire la promozione della ristorazione e albergheria entro e fuori Cantone”.
«È una risoluzione nata su fatti oggettivi, vogliamo cercare di parare il colpo» riprende Suter. Insomma, è importante per il settore «poter ottenere condizioni quadro tali che si possa far fronte a un’eventuale crisi. Sta al mondo del lavoro essere propositivo. Se la situazione non mi permette di lavorare come vorrei, è compito dello Stato dare una mano. In caso contrario, si ringrazia e si riesce da soli. Ma l’assicurazione di non essere isolati deve esserci, lo Stato batta un colpo». Anche perché la Pasqua è all’orizzonte, «e ripeto, la situazione è preoccupante, molto probabilmente non sarà all’altezza delle attese». Un aiuto, magari, potrà fornirlo anche la Task force di TicinoTurismo di cui ha parlato il direttore del Dfe Christian Vitta? «È l’auspicio – risponde Suter –. Avrà al suo interno i direttori delle Organizzazioni turistiche regionali e rappresentanti delle categorie interessate. Si condividono idee ed esperienze legate a questo virus, con l’obiettivo di trovare contromisure efficaci. Che siano di immagine, piuttosto che finanziarie, siamo tutti sulla stessa barca. O ci salviamo insieme o affondiamo tutti insieme».

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