Ticino

Treni soppressi, non sempre c’è il bus

Servizi sostitutivi e disagi, il portavoce delle Ffs: facciamo affidamento sulle compagnie di trasporto presenti sul territorio

22 febbraio 2020
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Treni soppressi. Non è mai piacevole ma può succedere. Quando però capita nelle ore di punta i disagi sono molti, e non sempre i servizi sostitutivi riescono a risolvere il problema. L’ultimo caso in Ticino è avvenuto lunedì scorso: a partire dalle 6 la circolazione ferroviaria è stata completamente interrotta tra Melide e Lugano per due ore, a causa di un incidente che ha coinvolto una persona. In situazioni simili i passeggeri vengono dirottati su autobus sostitutivi. «Facciamo affidamento sulle compagnie di trasporto presenti sul territorio» dice Patrick Walser, portavoce delle Ffs. «A volte è possibile inserire dei treni in più per reagire a una soppressione, ma dipende se sono disponibili e se abbiamo la possibilità di introdurre altri treni sulla tratta in un determinato momento. In alcuni casi possiamo ‘rinforzare’ i convogli aggiungendo dei vagoni». Nella situazione di lunedì mattina questa soluzione non era disponibile, dato che la tratta era bloccata su entrambi i binari. A coordinare i bus sostitutivi in Ticino è il servizio de La Posta: «La Centrale d’esercizio Sud delle Ffs a Pollegio ci contatta e comunica quali sono le loro esigenze, e se noi non riusciamo a soddisfarle facciamo riferimento ad altre compagnie di trasporto regionali. Abbiamo degli accordi interni con servizi come ad esempio le autolinee mendrisiensi e la Fart», dice Sandro Ruch di Autopostale Ticino. «Le Fart sono un partner molto importante per noi dato che hanno a disposizione gli articolati, bus da 18 metri, che riescono a portare più persone rispetto a quelli classici». La maggiore difficoltà per reperire autobus e conducenti si presenta nelle ore di punta, quando gran parte delle risorse sono già occupate. «Non abbiamo degli autisti di picchetto, ma contattiamo quelli che possono intervenire secondo l’Ordinanza sulla durata del lavoro e del riposo dei conducenti professionali» spiega Ruch. «Inoltre anche il problema del traffico non è indifferente. Nelle ore di punta le strade sono tutt’altro che deserte e questo incide ulteriormente sul ritardo che i viaggiatori sono costretti a subire».

Viaggiatori insoddisfatti

A creare problemi sulla linea ferroviaria non sono unicamente le situazioni impreviste, ma anche i cantieri: «Dal 2015 è stato creato un fondo per l’infrastruttura ferroviaria Fif, da allora le Ffs hanno a disposizione 5 miliardi all’anno per investimenti che aveva proposto il Fif con un iniziativa popolare nel 2010», spiega Bruno Storni, vicepresidente dell’Associazione traffico e ambiente (Ata). «Oltre a nuove tratte e potenziamenti, hanno cominciato a recuperare lavori di manutenzione non fatti in passato. In parallelo però ci sono stati tagli al personale e hanno fatto errori nell’acquisto di nuovo materiale rotabile, il tutto con passeggeri in crescita del 40% dal 2010». Infatti i convogli ordinati sono in ritardo e le Ffs hanno avviato un progetto per rimodernare vecchi vagoni. Per quanto riguarda il personale, secondo Storni «scarseggiano macchinisti e per far fronte a questa mancanza le Ffs hanno aumentato gli stipendi di quelli in formazione, come pure il limite d’età per poterla iniziare». A mettere a dura prova le ferrovie è anche l’aumento dell’utenza e spesso i reclami si riferiscono alla mancanza di sufficienti posti a sedere. Problemi che per le Ffs si risolveranno con l’introduzione dei nuovi treni a due piani ‘Giruno’, con l’apertura della Galleria di base del Ceneri e il completamento del ‘Corridoio 4 metri’ sull’asse del San Gottardo a partire dal 2021. Affermazioni commentate dal Consiglio di Stato in risposta a un’interpellanza di Cristina Gardenghi (Verdi): per il governo le Ffs si sono fatte sorprendere “da un’affluenza di passeggeri non del tutto imprevedibile”. Per Storni il problema sta in «una gestione troppo aziendale e poco di servizio pubblico».

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