Ticino

Scuola d'infanzia, ci saranno più docenti

Il Dfa traccia le novità per l'offerta formativa 2020/2021: possibilità d'iscrizione anche a chi è senza maturità o ne ha una professionale

Ti-Press
18 novembre 2019
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Il bisogno di docenti «competenti e preparati» aumenta, e il Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) della Supsi corre ai ripari. Presentando l’offerta formativa prevista per l’anno prossimo, sono state illustrate oggi alla stampa anche le novità messe in campo per fronteggiare criticità presenti e future.

La prima, spiega il direttore del Dfa Alberto Piatti, consiste nel raddoppiare il numero di posti disponibili per il bachelor in insegnamento per la scuola dell’infanzia: «Dall’anno prossimo, e indicativamente per un periodo di due anni, aumenteremo le matricole a 50, mentre finora sono 25». L’obiettivo, continua, «è rispondere all’aumentato fabbisogno». Indipendentemente, riprende Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs), «dal messaggio governativo da 17 milioni, licenziato nell’ambito della Riforma fiscale, che potenzia anche il personale per la scuola dell’infanzia. Il bisogno di avere più docenti è presente già oggi, ed è chiaro che se, come spero, il Gran Consiglio darà in tempi celeri il via libera al messaggio sulla scuola, questo bisogno aumenterà. Per questo dobbiamo farci trovare pronti».

La seconda novità è il fatto che dal prossimo anno «sarà possibile essere ammessi al Dfa con una maturità professionale o specializzata, mentre finora è stato possibile solo con una maturità liceale o una maturità specializzata pedagogica», rileva Piatti. Che aggiunge: «Succede già in altri Cantoni, noi ci siamo ispirati perché l’idea è quella di offrire una formazione complementare per raggiungere conoscenze disciplinari analoghe a quelle di una maturità specializzata pedagogica». Il corso complementare avrà la durata di un anno, e dopo aver superato «degli esami integrati» sarà possibile iscriversi al Dfa. Iscrizione che sarà possibile, e qui siamo alla terza misura, «anche a chi non possiede un diploma di maturità». Chiaramente dovranno esserci delle condizioni, vale a dire «almeno trent’anni di età, aver lavorato tre anni a tempo pieno negli ultimi sette e un qualsiasi titolo di studio di livello secondario II». Opzione, questa, che per Piatti «sarà utile soprattutto a chi vuole una riconversione professionale, e grazie alla quale confidiamo di trovare i candidati necessari».

Per quanto riguarda la formazione per insegnare alla scuola media, viene ancora una volta rilevato «il grosso problema di non riuscire a trovare matricole per tedesco». La risposta che dà Piatti è che «pochi studiano germanistica e ancor meno tornano in Ticino dopo averlo fatto», e una soluzione potrà essere quella di «formazioni congiunte con altre scuole pedagogiche in Svizzera, nella speranza che qualche ragazzo che viene qui in Ticino a studiare si affezioni e rimanga». Per il liceo cambierà poco o nulla, con le materie proposte per il 2020/2021 che saranno economia e diritto e storia.

Intanto, Franco Gervasoni, direttore della Supsi, snocciola dati «di cui andare fieri». Nel 2019 «si sono candidate 536 persone, e le matricole che hanno appena iniziato la formazione sono 173». E dei 162 laureati prima dell’estate, «quasi tutti sono già operativi». Per Gervasoni il ruolo dei docenti è fondamentale «e devono perdere la brutta abitudine, che talvolta hanno, di non parlare bene della propria professione», poiché «servono docenti motivati, hanno un ruolo importantissimo per lo sviluppo della nostra società». Soprattutto se confrontati «con il ricambio generazionale in corso». Supsi e Decs, conclude Gervasoni, «lavorano in stretta collaborazione per questi obiettivi».

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