Ticino

Lega, la guida a quattro alla prova del gruppo

Oggi pomeriggio i deputati si confronteranno sulle proposte degli ex 'colonnelli' per la futura coordinazione politica del movimento

Alla ricerca di un leader (Ti-Press)

«Sarà un processo di condivisione interna – non imposto dall’alto – che coinvolgerà anche i municipali eletti nelle fila della Lega dei Ticinesi. Non voglio però parlarne prima della riunione di domani sera». È netto Daniele Caverzasio, deputato leghista, primo vicepresidente del Gran Consiglio nonché municipale di Mendrisio. La riunione cui allude è quella, nel tardo pomeriggio di oggi, dei granconsiglieri del movimento in vista della seduta del Legislativo cantonale. Ma stavolta oltre che dei temi dell’imminente sessione parlamentare, il gruppo discuterà della futura organizzazione e dirigenza della Lega fondata da Giuliano Bignasca: una dirigenza concepita domenica a Massagno, dopo le sconfitte subìte alle elezioni cantonali e federali, nel corso dell’incontro cui hanno partecipato Antonella Bignasca, i due consiglieri di Stato (Norman Gobbi e Claudio Zali), Lorenzo Quadri e Roberta Pantani (il primo rieletto al Nazionale, la seconda no), il sindaco di Lugano Marco Borradori e alcuni deputati al Gran Consiglio: Boris Bignasca, lo stesso Caverzasio, Michele Foletti e Amanda Rückert (rispettivamente capogruppo e vice), Fabio Badasci e Omar Balli. Come riferito lunedì dalla ‘Regione’, la proposta è di archiviare l’era dei ‘colonnelli’ per sostituirla con un coordinamento a quattro: Boris Bignasca, Michele Foletti, Roberta Pantani e Norman Gobbi. Un ‘consiglio ristretto’, una sorta di quadrumvirato, senza però giungere a una struttura rigida simile a quella di un partito classico.

Granconsiglieri e municipali: un cambiamento è necessario

«Che ci voglia un maggiore coordinamento è abbastanza chiaro. Non dobbiamo però perdere lo spirito movimentista», afferma Mauro Minotti. Il municipale leghista a Bellinzona condivide l’impostazione uscita dall’ormai famosa riunione ristretta di Massagno, del cui esito diversi granconsiglieri del movimento hanno saputo solo dai media, cosa che ha provocato qualche mal di pancia, ma, par di capire, più per il metodo che per il contenuto della proposta. «Servono delle figure di riferimento sul territorio anche per sentire l’umore della gente, dei nostri elettori, che ha problemi concreti», riprende Minotti, precisando che una struttura agile, più definita, «potrebbe anche aiutare ad avvicinare persone, magari i giovani, intenzionate a impegnarsi nelle nostre fila. Non dobbiamo dimenticare che siamo un movimento popolare». E per questo, gli fa eco Bruno Buzzini, alla testa del Dicastero ambiente e territorio a Locarno, «dobbiamo tornare ad essere presenti, maggiormente presenti sul territorio e a intensificare i contatti con la popolazione». Il coordinamento a quattro, o ‘consiglio ristretto’, della Lega, proposto domenica, «mi va bene: è un tipo di organizzazione che inizialmente ci può stare – dice il municipale e deputato al Gran Consiglio –. A medio termine occorrerà però, secondo me, avere una persona, non necessariamente una delle quattro individuate domenica, che funga da punto di riferimento». L’organizzazione, aggiunge il leghista Buzzini, conta certamente, ma poi si deve pensare all’azione politica del movimento. Che «deve rispolverare la sua anima sociale, in questi ultimi anni accantonata, e quindi temi come per esempio la tredicesima Avs, la cassa malati unica...».

Il coordinamento a quattro?«Quello che so l’ho appreso dai media, spero di saperne di piu domani (oggi, ndr) durante la riunione del gruppo parlamentare, vorrei capire se oltre ai quattro nomi si propone una nuova organizzazione della Lega», sostiene Massimiliano Robbiani, granconsigliere e consigliere comunale a Mendrisio: «Un cambiamento è in ogni caso necessario. E ritengo opportuno che venga comunque designato un leader (uno dei quattro nomi indicati a Massagno oppure un nome eventualmente individuato nella riunione di domani), una persona di riferimento alla quale rivolgersi soprattutto quando occorre prendere una decisione rapidamente». Il leader, osserva ancora il deputato della Lega, non dovrebbe essere un consigliere di Stato. «Gobbi sarebbe sicuramente all’altezza, ci mancherebbe altro, ma per lui sarebbe imbarazzante: questa persona di riferimento dovrebbe infatti essere libera di muoversi e di esprimersi indipendentemente dalla posizione del governo su un determinato tema», puntualizza Robbiani, augurandosi, fra l’altro, che «all’interno del nostro movimento possano politicamente crescere dei giovani». Eolo Alberti, sindaco di Bioggio e granconsigliere, è d’accordo con la proposta scaturita dalla riunione di domenica. «Oggi – rileva l’esponente leghista – si avverte al nostro interno la mancanza di persone alle quali far capo. Anche un movimento ha bisogno di un vertice. Pure questo fa parte del cambiamento». E anche per Alberti, la Lega «deve tornare ad ascoltare i cittadini, a dare loro una risposta. Se non è possibile darla, la gente va ascoltata comunque».

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