Ticino

Salario minimo sotto l'albero di Natale?

Spiraglio in Commissione della gestione per trovare una (o più) intese sull'iniziativa approvata dai ticinesi nel 2015. Verso due forchette di valori

Si ragiona su decine di centesimi (all'ora) (Foto archivio Ti-Press)
12 ottobre 2019
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Perlomeno sui tempi – quelli di approdo in Gran Consiglio di una proposta (o più proposte) di traduzione in legge del salario minimo, per i settori sprovvisti di contratti collettivi, voluto dai cittadini ticinesi approvando nel 2015 l'iniziativa dei Verdi – si è aperto forse uno spiraglio. Per Natale il parlamento dovrebbe pronunciarsi su uno o più progetti normativi.

«Secondo me è un obiettivo realizzabile», dice il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni, membro della commissione della Gestione che martedì ha sentito il direttore del Dipartimento finanze ed economia Vitta. Ma cosa dovrebbe prevedere la legge sullo stipendio minimo? «Dal mio punto di vista fondamentalmente tre cose – sostiene Agustoni –. La prima: tendere a un salario minimo di 20 franchi orari, che è poi l’importo su cui converge la maggioranza commissionale. La seconda: accordare alle aziende un certo periodo di tempo, magari due, tre anni, soprattutto per non mettere in ginocchio quelle che dovrebbero aumentare di molto la massa salariale. La terza: preservare il partenariato sociale, nel senso che laddove esistono i contratti collettivi di lavoro, devono restare possibili salari sotto i 20 franchi, perché normalmente sono garantite altre prestazioni».

Resta da capire da quale salario partire per poi tendere alla soglia dei 20. «Si potrebbe iniziare, come si è già ipotizzato in commissione, con una forchetta di 19/19,50 franchi, verificarne dopo qualche anno l’impatto e se si ritiene che debba essere corretta verso l’alto la si potrebbe portare a 19,50/20 franchi», afferma Alex Farinelli. Indicazioni «utili», aggiunge il capogruppo del Plr, per la confezione del progetto di legge ticinese potrebbero comunque arrivare dall’esperienza di chi ha già introdotto il salario minimo: «Nel canton Neuchâtel si stanno valutando gli effetti sul mercato del lavoro. Sembra che per dicembre uscirà un rapporto intermedio, da cui potrebbero emergere dati importanti anche per noi».

Martedì la Gestione ha ascoltato Vitta e un rappresentante dell’Ufficio di statistica cantonale sui motivi del differente impatto, tra quello calcolato dall’Ustat e quello calcolato dall’Ire, che la massa salariale aggiuntiva avrebbe sul monte salari. «Il chiarimento tecnico c’è stato. Ora tocca ai gruppi parlamentari formulare una proposta. Credo che nelle prossime settimane si arriverà a una conclusione», rileva il presidente della Gestione, il leghista Daniele Caverzasio.

Sul tavolo c’è anche la proposta targata Ps di partire con una forchetta di 19,25/19,75 franchi e di tendere dopo quattro anni a 19,75/20,25. Proposta sostenuta anche dalla Lega« Nella riunione del gruppo parlamentare che ha avuto luogo mercoledì sera, spiega Michele Guerra da noi raggiunto, «la Lega ha confermato la sua posizione già espressa nelle ultime settimane: quattro anni di prova, con un adeguamento ogni due anni, e l’obiettivo di mantenere un salario minimo mediano di 20 franchi tramite due forchette. Quella iniziale di 19,25/19,75 franchi orari, quella finale di 19,75/20,25. E una verifica intermedia per determinare l’impatto della misura sull’economia». Un compromesso che potrebbe andar bene anche al Ppd. Per la Lega, aggiunge Guerra, «è importante dare finalmente un’applicazione a quanto votato dal popolo. Tutti facciano un passo indietro, io rinuncio al mio rapporto e farò da correlatore sull'eventuale compromesso definitivo».

«Noi non ci muoviamo dai 21,50 franchi l’ora come proposta, e in quanto iniziativisti attendiamo che ci siano maggioranze per decidere se ci stiamo», commenta dal canto suo Samantha Bourgoin, coordinatrice dei Verdi. Farinelli: «Dall’audizione di martedì abbiamo però avuto la conferma che anche andando sopra i 20 franchi a beneficiarne sarebbe soprattutto la manodopera non residente».

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