Ticino

‘A Berna la maggioranza Udc-Plr sta bloccando il Paese’

Al 'parlamentino' del Ps in vista delle elezioni, Fabrizio Sirica: ‘Pensiamo ai due seggi che possiamo ottenere’. Igor Righini: ‘Agire per migliorare i salari’

L'appello dei socialisti: 'Non disperdiamo i nostri voti' (Ti-Press)
3 ottobre 2019
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«Non lasciamoci attirare dalla accesa rivalità della lista a noi congiunta di Verdi e sinistra alternativa. A noi non deve interessare chi arriva primo su quella lista, a noi deve importare solo di centrare il nostro obiettivo di fare due seggi al Nazionale ed eleggere Marina Carobbio agli Stati». Di più: «Il 20 ottobre sarà fondamentale non disperdere voti, e concentrarli tutti sulla lista del Ps e su quelle sottocongiunte». È una chiamata alle armi, quella lanciata dal Partito socialista. Una chiamata alle armi annunciata ieri sera a Bellinzona nell’ultima riunione del proprio ‘parlamentino’ prima delle elezioni federali. «Nelle prossime settimane ognuno di noi dovrà dare il proprio contributo» ammonisce il vicepresidente Fabrizio Sirica. Perché «l’obiettivo è chiaro: a livello nazionale vogliamo avanzare e rovesciare l’attuale maggioranza composta da Udc e Plr, una maggioranza che blocca il Paese». Non è un caso che siano stati messi ‘vicini’, questi partiti. Perché parte l’affondo: «Non siamo davanti a tre blocchi di sinistra, centro e destra, in questa campagna elettorale. Siamo davanti a due soli schieramenti: chi sta con gli interessi collettivi, noi, e chi sta con gli interessi di pochi, loro. Chi è dalla parte del progresso sociale e ambientale, noi, e chi sta invece con il potere, loro». E se Ppd e Plr «rappresentano interessi simili, tranquilli ognuno nel proprio orticello elettorale e nelle proprie associazioni economiche», è sulla Lega e sull’Udc che Sirica alza il tiro. Allargando lo sguardo da quella parte dell’emiciclo, annota il vicepresidente socialista, «al di là di vuote posizioni su frontalieri ed Europa, utili solo a trovare un capro espiatorio che gli permetta di essere riconoscibili elettoralmente, i fatti dicono che la destra è sempre insieme ai partiti borghesi nell’ostacolare le misure di accompagnamento, o combattere l’istituzione dei Contratti collettivi di lavoro per poi lavorare in azienda con i frontalieri, come le segretarie dell’impresentabile candidato leghista Ghiggia».

E Igor Righini, presidente cantonale, interpellato dalla ‘Regione’ conferma l’importanza della posta in gioco per il Ps: «Siamo il partito che più rappresenta il ceto medio e le persone in difficoltà, e lo facciamo chiedendo l’abbassamento dei premi di cassa malati, affitti sopportabili, più giustizia ed equità sociale e salari dignitosi». Già, i salari. Come quelli, appunto, “dignitosi”, votati dal popolo ticinese nel 2015 e la cui applicazione non è ancora arrivata. Perché arrivi, spiega Righini, «serve un’inversione di numeri a livello di responso popolare. Tanto più sarà alto il successo delle forze progressiste a queste elezioni federali, tanto più quest’area avrà voce in capitolo, anche nelle commissioni». È un ruolo «assolutamente fondamentale» anche in Ticino, quello delle elezioni federali, quindi. «Le nostre sezioni si mobiliteranno – risponde il presidente socialista e candidato al Consiglio nazionale – perché siamo il Cantone con i salari più bassi, i premi di cassa malati più alti e dove il 30 per cento della popolazione, il doppio della media nazionale, è a rischio povertà e lo è per determinati motivi». Nel senso che, conclude Righini, «il grande capitale porta allo sfruttamento delle persone, e siamo di fronte a una fascia sempre più alta della popolazione che non arriva a fine mese. A loro dobbiamo dare le risposte che i partiti borghesi non danno». Agendo, va da sé, «sui salari. Quanto resta in tasca a una persona alla fine del mese è quanto di più importante ci sia. Lavorando per salari più alti, lavoriamo per la dignità dei lavoratori».

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