Ticino

Problemi di convivenza sui laghi ticinesi

Segnalazioni in aumento alla Polizia lacuale per il mancato rispetto della distanza minima dalla riva. La testimonianza (e lo spavento) di una lettrice

23 settembre 2019
|

Casoro, domenica pomeriggio. Famiglia al lago. Dalla riva guarda il marito mentre pratica snorkeling nei pressi del canneto poco lontano. D’un tratto, il rumore di un motoscafo in avvicinamento. Si allarma: lei le regole le conosce bene, cosa ci fa una barca lì?! Alza lo sguardo e lo vede: è troppo vicino alla riva, è troppo veloce. Gesticola, tenta di mettere in guardia chi è al timone che nell’acqua ci sono persone. Nulla. Corre in direzione del marito, urla, lo chiama. Lui riemerge, controlla a vista l’imbarcazione, che sfreccia via. Quando la nostra lettrice ci racconta l’episodio avvertiamo ancora lo spavento nella sua voce: lei, che i laghi ticinesi li frequenta spesso, è certa che prima o poi qualcuno si farà male davvero. Eppure le regole per chi stacca la patente della barca sono chiare: la distanza da mantenere dalla riva è di almeno 150 metri, e perpendicolare dev’essere la traiettoria d’accesso al lago. Indicazioni a tutela della sicurezza di tutti gli utenti dei laghi, che purtroppo – conferma Marcel Luraschi, capo della Sezione Lacuale della Polizia cantonale – sono sempre meno osservate da chi guida mezzi motorizzati. «Quest’anno le segnalazioni relative all’inosservanza della zona rivierasca interna hanno registrato un aumento – spiega interpellato dalla ‘Regione’ –. I pericoli maggiori sono la velocità eccessiva in relazione alla vicinanza degli altri natanti e le manovre spericolate, nonché il mancato rispetto della zona rivierasca interna».

Marcel Luraschi, a quanto ammonta il numero di infrazioni che la Lacuale constata all’anno? Quali sono le contravvenzioni?

La stagione inizia in maggio, quando l’utente inizia ad assaporare i primi aumenti di temperatura, e termina all’inizio di ottobre. Il numero di multe varia in particolare a seconda delle condizioni meteorologiche. Se prendiamo in considerazione le ultime cinque stagioni in media constatiamo una quarantina di contravvenzioni l’anno, perlopiù relative alla navigazione nella zona rivierasca interna e allo stazionamento abusivo. Vi sono anche altre infrazioni per sci nautico senza la presenza di una seconda persona a bordo o in assenza di licenza di condurre, equipaggiamento mancante, sci nautico fuori orario e navigazione notturna senza luci conformi.

Si conferma un certo aumento a contravvenire la legge?

In termini generali si segnala una crescita delle contravvenzioni soprattutto nel settore degli stazionamenti abusivi di natanti, che sovente vengono lasciati in luoghi non assegnati sulla licenza di navigazione.

Vi risultano problemi di convivenza fra imbarcazioni e nuotatori?

Un’indicazione utile emerge da un sondaggio effettuato nel 2017 dalla Commissione consultiva “Acque sicure” con un questionario inviato a 6’735 detentori di natanti (3’615 sul Ceresio e 3’120 sul Maggiore: il tasso di risposta è stato del 20%). Ebbene, l’esito non lascia adito a dubbi: la convivenza con gli altri utenti del lago (bagnanti, pescatori, praticanti di sci nautico e di wakeboard, stand up paddle, sommozzatori eccetera) viene ritenuta critica. A fronte di questo risultato, la Polizia lacuale sta investendo maggiori energie per facilitare la convivenza fra i 23 differenti tipi d’imbarcazioni e gli utenti del lago.

Da qualche anno è stato introdotto anche il controllo dell’alcol per i diportisti. Ci sono casi di persone “beccate” con un tasso alcolemico più alto del consentito?

Le alcolemie negli ultimi 3 anni sono state 4. Quest’anno non si sono al momento registrati casi.

Alla luce di queste considerazioni, ritiene necessario procedere con maggiori controlli sui laghi, e quindi con un potenziamento di agenti?

L’attività viene calibrata in base al contesto e alle esigenze del servizio, valutando di volta in volta le priorità e quindi anche la presenza sui nostri specchi d’acqua. Il nostro raggio d’azione è estremamente esteso e occorre essere flessibili. Oggi la sezione dispone di 5 unità (una in più nel corso del mese di agosto) e contiamo su altri 5 agenti specializzati nell’attività subacquea e in vari altri settori specialistici della Polizia cantonale. Oltre al normale pattugliamento su laghi e fiumi tra maggio e ottobre, siamo impegnati nella ricerca e nel recupero di persone, negli incidenti di canyoning, in collaborazioni con altri enti e nella formazione. Senza dimenticare la problematica legata agli inquinamenti, anche questa di nostra competenza.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE