Lo chiedono al governo i deputati Tiziano Galeazzi e Edo Pellegrini dopo l'ultimo caso avvenuto in Vallese nel corso dell'estate
"Acido ialuronico usato in studi estetici. Quanti casi di sfiguramenti in Ticino?". Questo il titolo dell'interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato dai deputati per l'Udc Tiziano Galeazzi e Edo Pellegrini, i quali prendono spunto dall'allarme lanciato sulle colonne del quotidiano 20minuten dal presidente della Società svizzera di chirurgia estetica (Ssce), Mark Nussberger, il quale – dopo aver esposto l'ultimo caso avvenuto nel Canton Vaud durante l'estate – chiede, a livello federale, “un intervento decisivo per arginare rischi che, oltre a rovinare le persone, potrebbero di conseguenza riversarsi sulla sanità pubblica”.
“Nussberger – si legge nell'interrogazione inoltrata al governo – oltre ad appellarsi a livello federale per modificare alcune regole che vengono banalmente raggirate, si rivolge ad ogni singolo medico cantonale affinché vengano fatti maggiori controlli laddove vi sono delle infrazioni e consiglia di prendere seri provvedimenti”.
Ad oggi l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic proibisce agli estetisti di utilizzare preparati medici iniettabili come l’acido ialuronico, ma solo se il prodotto non permane nel corpo della cliente per un periodo superiore ai 30 giorni. Regole che per Nussberger andrebbero modificate. Il presidente della Ssce si rivolge infine ad ogni medico cantonale affinché vengano fatti maggiori controlli.
“Se da una parte il paziente si prende questi rischi estetici a livello privato – scrivono Galeazzi e Pellegrini – dall'altro lato vi sono grosse possibilità che poi questi danni vadano a finire nel sistema collettivo della sanità. Questo senza tener conto di coloro che esercitano sul nostro territorio in modo arbitrario e sapendo di aggirare delle regole sanitarie molto chiare. Detto questo vi sono anche dubbi che alcuni studi estetici lavorino nei giorni di festa, quali la domenica, organizzando, sembra, appuntamenti con la clientela locale e facendola incontrare con operatori (estetisti, dermatologi e altri) d'oltre confine.
Alla luce di queste “allarmanti situazioni”, i deputati chiedono al Consiglio di Stato: