Ticino

Specialista della migrazione, una prima con polemica

Per la prima volta in Ticino al via il corso per l'attestato federale. Quadri: ‘Quando uno sui rimpatri?’ Courbon (Ifc): ‘Sarà uno dei temi affrontati'

Ti-Press
13 settembre 2019
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È una prima assoluta per il Ticino, l’apertura del corso di preparazione all’esame per diventare Specialista della migrazione con attestato professionale federale (cfr. edizione dell’11 settembre). Il titolo è disponibile dal 2006 oltre Gottardo, «e finora in tutta la Svizzera questo attestato è stato ottenuto da 337 persone», risponde interpellata dalla ‘Regione’ Manuela Courbon, direttrice, in seno al Dipartimento educazione cultura e sport, dell’Istituto di formazione continua (Ifc). Istituto che, aggiunge Courbon, proporrà per la prima volta questo corso per due motivi. Il primo è «la sempre più alta richiesta, anche nelle formazioni, di corsi sul tema della migrazione. Per esempio, i formatori di apprendisti chiedono spesso se proponiamo dei corsi che possano aiutare a interfacciarsi con ragazzi di provenienze culturali diverse. E questi corsi li offriamo con successo da tempo». Il secondo motivo è che «c’è stato il Piano d’integrazione cantonale, gestito dal Dipartimento delle istituzioni che, nelle misure per l’implementazione in Ticino, ha inserito anche la creazione di questo corso».

Un corso che non ha mancato di suscitare qualche polemica. A Berna. Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega, ha infatti posto una domanda al Consiglio federale sull’argomento, chiedendo se sia opinione del governo che “questa formazione incoraggi l’industria dell’asilo” e se avverrà “la formazione di specialisti in rimpatri”. Ebbene, il discorso sembra essere diverso O, quantomeno, molto più ampio. «Prima di tutto – spiega la direttrice dell’Ifc – tra i requisiti per l’ammissione al corso, che si aprirà a 15 massimo 16 persone, c’è il fatto di essere già attivo in un ambito che abbia a che vedere con i migranti, quindi non si tratta di dar vita a una nuova professione. Semmai, di professionalizzare o dare strumenti tecnici e procedurali a chi già, appunto, è nel ramo». E in merito alla domanda più polemica, quella sulla figura dello ‘specialista dei rimpatri’ auspicata da Quadri, vi è molta pacatezza: «Quello del rimpatrio è proprio uno dei temi che tratteremo nel nostro corso. Chi lo seguirà, saprà anche quali sono le procedure di rimpatrio, in quali casi si può far ricorso e chi se ne occupa».

Le fa eco la direttrice della sezione ticinese del Soccorso operaio svizzero Chiara Orelli Vassere: «Ci sono già dei servizi per il rimpatrio. La Confederazione ha dei programmi per l’aiuto al ritorno e incentiva il rientro volontario». Ciò detto, il discorso è ampio. E delicato. «Il lavoro finalizzato all’integrazione delle persone con un passato migratorio è complesso, e necessita per questo della presenza sul campo di operatori qualificati: non c’è e non ci può essere spazio per l’improvvisazione», sottolinea Orelli Vassere. Migrazione e integrazione, ambiti nei quali il Sos è attivo da tempo: «Proprio in questi giorni abbiamo ricevuto dall’Ifc una richiesta di collaborazione in alcuni dei moduli del corso di preparazione per l’esame in questione. Stiamo valutando la proposta per vedere se e in che modo collaborare». Certo, l’esperienza a Sos Ticino non manca. «Nei nostri servizi che si occupano di assistenza e di accompagnamento dei migranti in un percorso di integrazione, lavorano persone con una solida formazione specifica», assicura Orelli Vassere: «Arrivano dalla Supsi o da altri percorsi accademici».

Nel frattempo in Svizzera si registra un calo delle domande d’asilo. «Hanno una loro ciclicità, ragion per cui nessuno è in grado di fare delle previsioni attendibili nel medio/lungo termine – afferma la direttrice di Sos Ticino –. In ogni caso sono molte le persone da noi presenti con un passato migratorio e devono essere seguite».

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