Ticino

Il missile era in vendita a 470 mila euro

Il blitz al gruppo di estrema destra a Forlì: ha pochi precedenti in Italia un così ampio sequestro di di armi da guerra. Ora si indaga sulla loro provenienza

15 luglio 2019
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Il missile era in vendita. E per acquistarlo bastava sborsare 470 mila euro. C'era anche un micidiale 'Matra' di fabbricazione francese nell'arsenale su cui ha messo le mani la Digos di Torino nel corso di una lunga inchiesta sugli ambienti dell'estremismo di destra. Mitragliette, lanciarazzi, fucili, pistole. "Abbiamo eseguito una serie di sequestri di armi da guerra - afferma il questore Giuseppe Dematteis - che ha pochi precedenti in Italia. Abbiamo qualche idea sulla destinazione e l'utilizzo del materiale, ma per ora nessun riscontro. Molte domande non hanno ancora risposta. Ma l'operazione non è finita". "Stiamo ripercorrendo la filiera a ritroso per capire la provenienza delle armi", dicono Carlo Ambra della Digos subalpina ed Eugenio Spina dell'Ucigos. Il 'Matra' era custodito in un hangar vicino all'aeroporto di Rivanazzano Terme (Pavia). Per mettere in sicurezza il deposito è stato fatto intervenire l'Esercito, che si occuperà anche dell'inventario e dell'analisi dell'altra merce che vi era stipata. Tre sono gli arresti di un'operazione nata dal monitoraggio di cinque italiani (non coinvolti nel procedimento) che in passato hanno combattuto nella regione ucraina del Donbass. Perquisizioni sono state effettuate a Milano, Varese, Pavia, Novara, Forlì. Il primo a finire nella rete della Digos è stato un 60enni, di Gallarate (Varese). Un personaggio che, intercettato al telefono, è stato sentito riferirsi ai migranti con gli appellativi di "scimmie" o "invasori". Ex funzionario doganale, fu tra i fondatori del Mac, un movimento che promuoveva la libera vendita delle armi. Nel 2001 si candidò al Senato per Forza Nuova e raccolse nove voti. Nella camera da letto della sua abitazione sono stati trovati, oltre a stemmi e cartelli con simbologia nazista, nove fucili da guerra, una mitragliatrice, tre fucili da caccia, sette pistole, parti di armi e munizioni. In un albergo vicino a Forlì sono poi stati bloccati uno svizzero di 42 anni, e un italiano di 51 anni, nella cui disponibilità, secondo gli inquirenti, ricadevano l'hangar pavese con il resto del materiale. Il tribunale della città romagnola ha convalidato il fermo, poi ha disposto gli arresti domiciliari. Il 'Matra', di fabbricazione francese, è un missile aria-aria (lo usano gli aerei da guerra per colpire obiettivi in volo). Il pezzo in questione è stato assemblato nell'ottobre del 1980 e risulta provenire, chissà come, dalle forze armate del Qatar. Non era attivo ma, come hanno rilevato investigatori, poteva diventarlo se a metterci le mani ci fosse stato qualcuno di esperto. Digos e Ucigos hanno captato un colloqui in cui un ex miliziano si è sentito proporre da un sedicente "esperto" l'acquisto di un missile, e hanno cominciato a scavare a fondo. Del Bergiolo, secondo l'indagine, era l'intermediario del 'Matra' e, fra l'altro, tra i suoi contatti figurava un funzionario di un Paese straniero. "E' venuto il momento che il governo ci spieghi come mai le formazioni riconducibili all'estrema destra abbiano così tanta libertà di manovra", dice la senatrice Roberta Pinotti, responsabile sicurezza del Pd, mentre la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, si definisce "dalla parte dello Stato e della legge contro qualsiasi forma eversiva".

Intanto, si è appreso in giornata, il 42enne svizzero arrestato, residente a Bissone, è titolare di una ditta attiva a Melide nel commercio di materiale aviatorio. L'uomo è stato arrestato all'aeroporto di Forlì con l'accusa di avere acquistato un missile aria-aria dalle forze armate del Qatar. A quanto risulta, il 42enne svizzero avrebbe aperto nel 2016 un'azienda a Bissone dopo esservisi trasferito da oltre Gottardo. Fallito nel 2016, ha riaperto bottega due anni dopo a Chiasso. L'azienda – si evince da registro di commercio – si occupa di «compravendita, noleggio, gestione e intermediazione nel settore aereo meccanico» e attualmente ha la propria sede a Melide. Lo svizzero e l'italiano 51enne, secondo gli investigatori della Digos, sono coinvolti nel tentativo di mettere in commercio il missile aria-aria Matra. Il missile risulta di fabbricazione francese e assemblato nell'ottobre del 1980. Da un'intercettazione risulta che una terza persona, anch'essa fermata, ne proponeva la vendita a 470 mila euro e, tra i contatti che aveva preso, figurava anche il funzionario di uno Stato estero.

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