Ticino

Congiunzione Plr-Ppd: 'non un matrimonio', ma 'un'opportunità'

Le reazioni 'a caldo' dopo l'avallo della Direttiva liberale al possibile accordo tra i due partiti per le elezioni federali di ottobre

2 luglio 2019
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Dopo l'ok di una “robusta maggioranza”, l'Ufficio presidenziale del Partito liberale radicale ticinese dovrà mettersi al lavoro per elaborare la proposta di congiunzione – in vista delle prossime elezioni federali – con il Partito popolare democratico. Questo – vedi suggeriti – a seguito di quanto deciso ieri sera, lunedì, dalla Direttiva liberale. Toccherà ora ai vertici darsi da fare per trovare un accordo da sottoporre al Comitato cantonale del 1° agosto il quale dovrà avallare o meno quella che sarebbe una storica alleanza.

«Non stiamo parlando né di fusione né di matrimonio fra i due partiti. I nostri valori non sono messi in discussione – ha sottolineato il presidente liberale radicale Bixio Caprara ieri sera al termine dell'incontro –. Stiamo parlando di possibili temi da condividere sul piano federale, e di eventuali altri argomenti, ma senza che il nostro partito annacqui la propria linea politica».

Soddisfatto dell’esito della riunione è il candidato al Consiglio degli Stati Giovanni Merlini, deputato al Nazionale uscente. «È stata una bella discussione che ha sviscerato tutti gli aspetti della questione, vantaggi e svantaggi – dichiara Merlini alla ‘Regione’ –. Soprattutto ha tematizzato la necessità di pensare comunque a come consolidare il centro in un paesaggio politico dove i due poli si stanno organizzando». Sulla congiunzione deciderà il Comitato cantonale: «Si tratterà ora di individuare quei temi su cui vogliamo che ci sia una collaborazione ancora più stretta». Per Merlini «la vera novità di stasera (ieri per chi legge, ndr) è che il discorso non è stato chiuso». Un discorso «da collocare in un più ampio percorso che a medio-lungo termine dovrà coinvolgere anche la politica cantonale». Pro congiunzione Rocco Cattaneo, pure lui deputato uscente e nuovamente in corsa per la Camera del popolo: «Non significa sposarci col Ppd, ma può essere l’inizio di un discorso strategico con i popolari democratici per evitare che il centro venga eroso da destra e da sinistra. Guardiamo avanti, alle future generazioni».

Dadò: primo passo positivo

Commenta il presidente dei popolari democratici Fiorenzo Dadò: «Mi fa piacere che anche all’interno della Direttiva del Plr, come già in una precedente riunione della Direttiva Ppd, si sia colta, nonostante le diversità e le divisioni del passato, un’opportunità in una possibile collaborazione fra i due partiti. Saluto pertanto positivamente questo primo passo: vedremo adesso su quali temi possiamo trovare un’intesa. Questo non significa annullare i due partiti, significa individuare quei dossier importanti per lo sviluppo del cantone. Siamo due partiti di centro con visioni anche comuni: si tratta non di preservare delle poltrone, che sono la diretta conseguenza delle strategie, ma di preservare un certo modo di far politica. Prioritario per noi è che politica si vuol fare». Per Maurizio Agustoni, capogruppo in Gran Consiglio, «è auspicabile che a Berna l’elettorato moderato, che rappresenta almeno la metà dell’elettorato ticinese, continui a essere adeguatamente rappresentato».

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