Ticino

Gysin rompe gli indugi: 'Mi candido. E per gli Stati...'

L'ex granconsigliera ticinese pronta a sollecitare un posto al Consiglio nazionale. Sulla candidatura alla camera alta dice al Ps: 'Scelta nostra'

1 giugno 2019
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Greta Gysin scioglie le riserve ed è pronta a scendere in campo per le elezioni federali. La lista è quella unica che i Verdi del Ticino intendono creare con Comunisti e Forum alternativo. L’area di riferimento è quella rosso-verde, con la ormai scontata congiunzione al Consiglio nazionale con il Partito socialista. «Di sicuro sono pronta a candidarmi per il Nazionale, mentre ci sono ancora alcune riflessioni da fare sul Consiglio degli Stati», ci dice l’ex granconsigliera di Rovio, ora domiciliata nel canton Zurigo. Riflessioni in buona parte innescate dall’auspicio del Ps, espresso dal presidente cantonale Igor Righini, di avere una sola candidata d’area per la Camera dei Cantoni. Candidata che porta il nome della consigliera nazionale socialista Marina Carobbio.

«Si tratta di una questione delicata e, per ora, ancora aperta – commenta Gysin –. Come Verdi stiamo discutendo molto al nostro interno sul da farsi e dovremo sicuramente tenere conto di quanto auspicato dal Ps, e da Carobbio in particolare. Ma deve essere chiaro che la decisione finale è dei Verdi e dei suoi partner principali, ovvero Forum alternativo e Pc. Ci siamo dati tempo fino a fine giugno. Personalmente non sono convinta che una candidatura unica per gli Stati sia la strategia migliore, perché con un ticket o una doppia candidatura si favorisce l’area».

Gysin, volto noto a sud delle Alpi, ha lasciato la politica nel 2015, non ricandidandosi per il Gran Consiglio. Domani l’assemblea elettorale dei Verdi – in programma alla Filanda di Mendrisio – potrebbe sancire il suo ritorno su una lista.

Come mai la decisione di tornare?

Siamo a un bivio nella politica climatica e le scelte dei prossimi anni saranno determinanti per la storia stessa dell’umanità. Voglio dare il mio contributo.

C’è poi l’occasione di un raddoppio rosso-verde al Nazionale, con un posto, forse, per gli ecologisti...

Sì, effettivamente il momento è propizio anche per spostare l’ago della bilancia della deputazione ticinese un po’ più verso le nostre sensibilità. In generale le due Camere, attualmente, sono troppo a destra e hanno una eccessiva prevalenza maschile.

Alle ultime elezioni cantonali in Ticino non si è però assistito allo tsunami ecologista. Un segnale negativo in vista di ottobre?

Solo il fatto che il partito abbia tenuto, nelle condizioni particolari in cui si è trovato in Ticino, significa che l’onda verde c’è stata. Le federali comunque sono un altro tipo di elezione e sono convinta che potremo ottenere un risultato importante.

Ovvero?

Penso che i Verdi ticinesi possano ambire a un posto al Nazionale. E, comunque, vi sono buone probabilità di un raddoppio.

Con l’aiuto di tutta la sinistra: un’unione che è stata impossibile per le cantonali...

Se fossimo tutti d’accordo su tutti i temi e avessimo le stesse idee non ci sarebbe bisogno di creare partiti diversi. Qui però è questione di sensibilità di base. Le strategie sono due: o si corre per i fatti propri e si rappresenta ogni sfumatura del proprio pensiero, o ci si concentra sui temi comuni. In passato l’aver corso separati non ha funzionato e non si è fatto altro che rafforzare compagini che non hanno nulla a che fare con le nostre idee. È ora di provare un’altra strada.

A pagina 3 del giornale l'intervista integrale

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