Ticino

Moda: 'Gli studi economici devono essere affidabili'

Con una mozione i deputati Mps Pronzini, Lepori e Arigoni, chiedono al Consiglio di Stato che gli studi siano basati su fatti chiari e accessibili a tutti

Ti-Press
21 maggio 2019
|

"Gli studi e le cifre divulgati dalle autorità e dall’amministrazione cantonali dovrebbero essere affidabili, realizzati in maniera trasparente e accessibili a tutti. Questo purtroppo non è sempre il caso, e tutta la vicenda legata al settore della moda ne è un esempio lampante". È quanto scrivono in una mozione i deputati Mps in gran consiglio Simona Arigoni, Angelica Lepori, Matteo Pronzini. "Per anni si sono tessute le lodi dei grandi gruppi di moda italiani che si sono insediati in Ticino, ma in realtà solo le attività di logistica e fatturazione sono state trasferite nel nostro cantone, e per mere questioni di ottimizzazione fiscale", si legge nel testo.

"La tanto decantata Fashion Valley è una distesa di capannoni che non ha nulla di glamour – è scritto nella mozione –. Perfino parlare di moda risulta assurdo visto che nessuno di questi gruppi produce in Ticino. Ora poi che le regole internazionali contro l’erosione della base fiscale e il trasferimento degli utili diventano più restrittive, è sempre più evidente che questi grandi gruppi non avevano nessuna relazione con il territorio e nessun reale interesse a rimanere in Ticino a parte i vantaggi fiscali. Armani ha sbaraccato in poche settimane tutta la sua attività dopo aver trovato un accordo con il fisco italiano e la LGI si è già trasferita fiscalmente, tanto è vero che a Cadempino il gettito fiscale risulterà ridotto del 95%, e il resto delle attività di logistica sarà smantellata in poco tempo. Risulta pertanto incomprensibile che studi e cifre diffusi dal cantone fino a pochi mesi non abbiamo in alcun modo preso in conto questa realtà".

Per essere affidabili e trasparenti  – scrivono Pronzini, Arigoni e Lepori – gli studi commissionati dal cantone e le affermazioni di autorità cantonali debbano essere basate su fatti chiari, accessibili a tutti, e il Consiglio di Stato deve essere in grado di giustificarle, altrimenti c’è il rischio di scivolare nei “fatti alternativi”. Con la mozione chiedono quindi al Consiglio di Stato che gli studi commissionati dal cantone vengano sottoposti a revisione paritaria (peer review), che questi tengano conto anche degli aspetti sociali e ambientali e dell’evoluzione delle normative internazionali. "Per questo è necessario che allo studio collaborino esperti di discipline diverse". Chiedono inoltre che le cifre citate dalle autorità e dall’amministrazione cantonale siano accessibili a tutti e che la metodologia sia chiaramente consultabile. "Il Consiglio di Stato e l’amministrazione cantonale siano in grado di rispondere in modo trasparente alle domande relative a studi commissionati dal cantone o ad affermazioni fatte da funzionari cantonali e dai consiglieri di Stato".

 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE