Ticino

Salario minimo, Unia si smarca e attacca Bixio Caprara

A 4 anni dal voto sull'iniziativa per il salario minimo legale, si attende ancora la sua attuazione. E al sindacato non vanno giù le parole del presidente Plr...

Ti-Press
20 maggio 2019
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«Soluzioni totalmente inadeguate». Questa la sentenza di Unia riguardo il messaggio governativo sull’attuazione di “Salviamo il lavoro in Ticino”, attualmente all’esame del Gran Consiglio. In una nota ai media, la sezione ticinese del sindacato fa riferimento al dibattito aperto sul salario minimo, a quattro anni ormai dal voto popolare con cui i ticinesi avevano detto sì all'iniziativa che ne affermava l'esigenza.

Sconfortata dalla piega che hanno preso le trattative per l'attuazione dell'iniziativa, Unia adesso attacca senza troppi giri di parole il presidente del Plr Bixio Caprara. Secondo il sindacato «i problemi reali del paese» richiedono ben altre soluzioni rispetto a quanto discusso in governo. Tutto ciò, aggiunge il sindacato «non è affatto “frutto di un lungo percorso di ricerca di consenso con i partner sociali”, come afferma il presidente del Plr Bixio Caprara in una presa di posizione apparsa nei giorni scorsi sul Corriere del Ticino, con cui invita il Parlamento a fare presto».

Salario minimo: è inaccettabile che il presidente del Plr
tenti di “vendere” un prodotto per quello che non è

Ecco, fare presto... «Un invito che il sindacato Unia certamente condivide, visto che sono trascorsi ormai quattro anni dall’approvazione popolare dell’iniziativa che chiede l’introduzione di un salario minimo legale. Ma questo non significa l’accettazione di presunti “compromessi” che propongono importi (si ipotizza una forchetta tra i 19 e 19,50 all’ora) certamente non in grado di contrastare i dilaganti fenomeni del dumping, dello sfruttamento e della sostituzione della manodopera residente con personale frontaliero “a buon mercato”. Anzi, una soluzione di questo tipo porterebbe all’istituzione di una sorta di dumping di stato».

Unia dunque ribadisce l'esigenza di rimettere al centro la volontà popolare e le esigenze dei lavoratori ticinesi meno protetti. E conclude con un ulteriore attacco a Caprara, reo di giocare con le parole in modo pericoloso, se non in malafede: «È pertanto inaccettabile che il presidente del Plr tenti di “vendere” un prodotto per quello che non è allo scopo di giustificare decisioni che non rispettano la volontà popolare. Unia invita pertanto i partiti politici a fare le loro scelte (cautamente tenute nel cassetto prima delle elezioni di aprile) rapidamente, in modo trasparente e senza evocare il “consenso” dei partner sociali che non c’è. Poi, eventualmente, sarà il popolo a giudicare, un’altra volta».

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