Ticino

Christian Vitta: ‘Ora migliorare nel confronto tra Cantoni’

Il direttore del Dfe parla a seguito dell'approvazione della Riforma fiscale e finanziamento dell'Avs

La situazione nel confronto intercantonale. Fonte: Dfe
19 maggio 2019
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«Il risultato a livello federale e cantonale è chiaro e ci soddisfa». È ovviamente sereno Christian Vitta, direttore del Dipartimento finanze ed economia, raggiunto dalla ‘Regione’. E lo è perché «questo esito ci permette di adeguarci a quello che è il contesto internazionale per quanto riguarda la fiscalità».

La fiscalità, appunto. Ora la palla è nel campo dei Cantoni. Per quanto riguarda il Ticino, sono ancora valide l’idea di abbassare l’imposta sull’utile delle persone giuridiche dal 9 al 6 per cento e il moltiplicatore cantonale del 5 per cento?

È bene essere chiari: se il Canton Ticino non fa nulla rischia di finire agli ultimi posti nel confronto intercantonale. Non possiamo permetterci che succeda, perché avremmo una condizione quadro per le nostre imprese, siano esse piccole o grandi, che diverrebbe per loro insostenibile. Più della metà dei Cantoni sta portando la propria aliquota complessiva sotto al 14 per cento, l’ultimo è stato Ginevra oggi (ieri, ndr). Noi non possiamo ambire ai primi posti perché non ne abbiamo la sufficiente forza, ma anche considerando nel calcolo i comuni fiscalmente più vantaggiosi in questo confronto siamo al 24esimo rango (vedi grafico dell'immagine). Dobbiamo quantomeno avere l’ambizione di avvicinarci alla media nazionale, e in riferimento ai modelli da lei accennati le posso dire che dobbiamo affinarli, e che prima dell’estate presenteremo un progetto di riforma. Che dovrà essere equilibrato, dato il contesto svizzero, e sostenibile sia per il Cantone sia per i Comuni. Proprio perché sia sostenibile potrà essere implementato in più anni.

Una delle prime reazioni a caldo al voto è giunta dal presidente del Partito socialista svizzero, Christian Levrat, che ha ventilato l’ipotesi di introdurre un’aliquota minima sugli utili aziendali per evitare un’eccessiva concorrenza fiscale tra Cantoni. È un’ipotesi secondo lei percorribile?

Sicuramente un’eccessiva concorrenza intercantonale non la possiamo esasperare, portarla avanti senza limiti. Perché si tratterebbe di una corsa al ribasso che per il Canton Ticino è difficile da sostenere. In passato il popolo svizzero si è dichiarato favorevole al fatto che ci deve essere per i Cantoni un certo margine di autonomia nel fissare la propria fiscalità, e io ritengo sia giusto. Se si tratta di mettere una soglia minima si può valutare, chiaramente a dipendenza delle proposte che verranno formulate. Una volta che vedremo i contenuti precisi di questa proposta si potranno fare considerazioni con più cognizione di causa.

Uno dei nodi al centro delle argomentazioni dei contrari alla Riforma fiscale e finanziamento dell’Avs era il ruolo dei Comuni. Il timore era che i Cantoni avrebbero fatto ricadere proprio sui Comuni l’ammanco di gettito fiscale. Il Ticino cosa pensa di fare su questo tema? Sono già state prese in considerazione delle ipotesi?

Abbiamo tenuto conto fin da subito di questo aspetto, tanto è vero che il progetto di riforma di cui ho parlato ha messo il peso più sulla parte cantonale che sulla parte comunale, in termini di costi per le finanze pubbliche. E aggiungo che dei circa 27 milioni di franchi che dovrebbero arrivare da Berna a seguito di questa riforma, prevediamo di destinarne ben 9 ai Comuni che, ripeto, sono meno toccati dal nostro progetto di riforma cantonale.

Cosa cambia, alla luce del risultato di oggi e quindi con l’abolizione dei regimi speciali, per le multinazionali svizzere ed estere?

La riforma votata oggi prevede che non ci saranno più i regimi differenziati, come dice lei. Ma assistiamo, comunque, a due tipi di competizioni fiscali. La prima è a livello europeo, con la Svizzera che è confrontata con realtà come Irlanda, Paesi Bassi o Lussemburgo che hanno aliquote più basse.
In più, all’interno del nostro Paese la competizione è molto accesa anche tra i vari Cantoni. Cambia il sistema di riferimento, ma questo non vuol dire che tutti applichino la stessa imposizione, come abbiamo già rilevato nel confrontare la nostra situazione rispetto a quella presente in Cantoni per noi irraggiunigibili.

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