Ticino

Impresari contro gli abusi nei cantieri

La ‘mala-edilizia’ è una deriva che va combattuta da tutte le forze sociali, Stato compreso

17 maggio 2019
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«Il contrasto alla ‘mala-edilizia’ è uno dei punti prioritari dell’azione della Società impresari costruttori da sempre. Avere regole condivise e rispettate è nell’interesse di tutte le numerose imprese serie che operano nel nostro Cantone». È quanto sostiene Mauro Galli, il presidente della sezione ticinese della Società svizzera degli impresari costruttori che ha replicato – prima dell’assemblea generale della sua organizzazione – a chi afferma che la Ssic-Ticino «è ferma al palo nella lotta contro gli abusi nel settore». Galli ha ricordato come la Ssic informi sistematicamente tutti coloro che ottengono una licenza edilizia sul territorio cantonale invitandoli a «diffidare di prezzi palesemente bassi». «Sensibilizziamo puntualmente progettisti e committenti (pubblici e privati) sul fatto che non sempre l’offerta più bassa è la migliore, ma quella che presenta il miglior rapporto tra prezzo e qualità», spiega ancora Galli. Sul tema delle offerte al ribasso e del rischio che culture imprenditoriali ‘corsare’ si impongano in Ticino è tornato anche Nicola Bagnovini, direttore della Ssic-Ticino.

Nei prossimi mesi partirà l’iter per la realizzazione di numerose opere pubbliche. «Le occasioni di lavoro nella costruzione ci saranno anche in futuro, dobbiamo però tramutarle in occasioni di crescita economica e sociale», ha sottolineato Bagnovini. «Per farlo gli imprenditori seri devono essere uniti, confermando la forte tradizione, l’etica e la correttezza che li contraddistinguono», ha continuato lanciando un appello forte: «il nostro sistema Paese deve proteggerci da un modo di fare impresa che non ci appartiene».

Bagnovini – riferendosi a casi di cronaca clamorosi (quello del consorzio ‘Mons Ceneris’, ndr) – si è anche rammaricato dei ritardi con cui gli inquirenti si sono mossi, nonostante indizi e servizi televisivi sollevassero più di un interrogativo sull’operato di quelle aziende.
«Come già evidenziato a più riprese e sottolineato nel comunicato stampa di ieri, la Polizia cantonale, nell’ambito delle sue competenze, ha svolto nel corso degli ultimi mesi una serie di verifiche preliminari e di interrogatori», replica il Ministero pubblico da noi interpellato. «Quanto raccolto, in collaborazione anche con le autorità competenti amministrative cantonali, è stato esaminato dal Ministero pubblico. Questo per valutare se sussistessero i presupposti di possibili fattispecie penali. Ora si stanno vagliando ulteriori atti istruttori».

Sulla tematica, lo ricordiamo, è pendente un atto parlamentare a firma dei tre deputati dell’MpS in Gran Consiglio.

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