Ticino

Salari minimi: 'Sconcertati da Fabio Regazzi'

Verdi del Ticino, Partito comunista e ForumAlternativo sparano ad alzo zero sul consigliere nazionale e presidente dell'Aiti

16 maggio 2019
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La presa di posizione di Aiti – attraverso il suo presidente Fabio Regazzi – tesa a ulteriormente ritardare l'introduzione del salario minimo legale in Ticino – è semplicemente sconcertante. Lo sostengono, in una presa di posizione congiunta, Verdi del Ticino, Partito Comunista e ForumAlternativo.

"In un mercato del lavoro contrassegnato da una brutale messa in concorrenza dei lavoratori e da abusi dilaganti l'introduzione di un salario minimo legale finalizzato a contrastare il dumping e la pressione sui salari dovrebbe rappresentare una delle assolute priorità della classe politica – si legge –. Il dibattito sul salario minimo sta assumendo contorni oggettivamente indecorosi. Sono oramai passati 6 anni dal lancio dell'iniziativa, 4 dalla sua approvazione in votazione popolare, 2 dalla pubblicazione della sentenza del Tribunale federale che conferma che il salario minimo è compatibile con il quadro legale, e nulla si muove".

Dopo che il governo ha presentato una proposta di salario minimo attorno ai 3'000 franchi mensili – "addirittura inferiore ai livelli delle prestazioni sociali, che svilisce il valore del lavoro e creerebbe una sorta di dumping di Stato" – i politici nostrani "si sono rifiutati di portare la proposta all'attenzione del parlamento. Questi personaggi non hanno nemmeno il coraggio delle proprie azioni. Malgrado una solida maggioranza difenda la proposta del governo, nessuno ha ritenuto opportuno discuterne nel periodo elettorale. E probabilmente il tutto verrà ritardato ancora a dopo le elezioni federali di ottobre. E intanto migliaia di persone stentano ad arrivare alla fine del mese e devono ricorrere agli aiuti sociali".

Mentre la maggioranza della classe politica "mette la testa sotto la sabbia", è il parere di Verdi, Pc e ForumAlternativo, "l'Associazione degli industriali, presieduta dal consigliere nazionale Ppd Fabio Regazzi, fa addirittura peggio chiedendo ulteriori accertamenti e approfondimenti alla Gestione del parlamento. Lo scopo della missiva degli industriali è chiaro: gettare fumo negli occhi delle persone, istillare il dubbio che il salario minimo nuocerebbe alle lavoratrici e ai lavoratori e ritardarne ulteriormente la sua introduzione".

 

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