Ticino

Donne discriminate: flashmob e domande a un mese dallo sciopero

Nei licei una gara 'a handicap' per riflettere sulle ingiustizie di genere, in Gran Consiglio un'interrogazione sui 'costumini' imposti alle ginnaste

(Collettivo 'Io l'8 ogni giorno')
14 maggio 2019
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Flashmob, interrogazioni parlamentari e iniziative di protesta. A un mese dallo sciopero generale delle donne del 14 giugno, si moltiplicano le attività atte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema delle discriminazioni di genere.

Partire svantaggiati

Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (Sisa) si mobilita nelle scuole superiori, nella consapevolezza che "anche nell’ambito formativo sono presenti varie forme di discriminazione: i risultati scolastici, i percorsi di studio, il trattamento riservato da docenti e compagni non è affatto uguale tra maschi e femmine", come recita un comunicato odierno.

È di oggi il flash mob presso i Licei di Lugano 1 e 2, "nel quale studentesse e studenti hanno simulato una gara di corsa, in cui la posizione di partenza corrispondeva però alla posizione sociale occupata da ciascun sesso".

 

La 'gara' di corsa si è svolta anche al Liceo di Bellinzona, dove è stato anche letto un monologo dell'attrice e umorista italiana Paola Cortellesi, ispirato dal brillante linguista Stefano Bartezzaghi e intitolato 'La violenza delle parole', inno "all’importanza del linguaggio e dell’educazione nella lotta alle disparità fra i sessi e alla cultura maschilista che ancora ingabbiano le donne".

Ulteriori attività del Sisa avranno luogo nelle prossime settimane.

Costumini e pantaloncini in Gran Consiglio

Richiama l'attenzione sulle discriminazioni di genere anche l'interrogazione presentata oggi al Consiglio di Stato da Tatiana Lurati e Gina La Mantia, concernente le disparità in ambito sportivo. Le deputate Ps mettono in guardia contro il maschilismo in ambito sportivo, dove – in violazione della 'Carta Europea dei Diritti delle Donne nello Sport' – si riscontra una "tendenza alla sessualizzazione, che può condizionare le giovanissime ragazze proprio nella loro fase di crescita puberale e di sviluppo identitario".

Sotto la lente dell'interrogazione passano in particolare le indicazioni sulle tenute delle ginnaste estrapolate dalle 'Prescrizioni tecniche attrezzistica 2019” dell'Associazione Cantonale Ticinese di Ginnastica', che recitano:

"Sul campo di gara, durante la competizione, la tenuta dei ginnasti e delle ginnaste viene regolamentata nel seguente modo:

Maschile         

Suolo e salti: pantaloncini corti

Anelli, sbarra e parallela: pantaloncini ginnici lunghi oppure pantaloncini corti.

Femminile   

A tutti gli attrezzi è permesso solo il costumino sgambato Nessun tipo di pantaloncino sarà concesso".

 

Le deputate chiedono pertanto al Consiglio di Stato:

 

"1.     È al corrente del fatto che esistono delle prescrizioni di abbigliamento specifiche differenziate per sesso che non favoriscono la parità di genere, ma al contrario perpetuano le discriminazioni nelle società sportive?

2.     Non ritiene il Consiglio di Stato che le associazioni sportive, che ricevono anche fondi pubblici allo scopo di "incoraggiare comportamenti che contribuiscano a radicare nella società i valori positivi dello sport e a combattere gli effetti collaterali indesiderati” (art.1, cpv. d della Legge Federale sulla promozione dello Sport) debbano favorire un’immagine della donna emancipata ed evitare di rafforzare stereotipi sessisti?

3.     Esistono dei criteri precisi per ottenere dei finanziamenti pubblici? Se no, non sarebbe opportuno emanare una direttiva precisa che inglobi anche la promozione della parità tra i sessi?"

Nel frattempo Fulvio Castelletti, responsabile della commissione tecnica dell’Associazione cantonale ticinese di ginnastica per quanto concerne l'artistica, ha respinto le critiche al mittente. Intervistato dal 'Corriere del Ticino', ha giustificato la tutina che "innanzitutto permette una grande libertà di movimento" e "si addice particolarmente alla bellezza del corpo femminile". E ha aggiunto: "I nostri regolamenti sono stati stilati tenendo conto di quelli internazionali". Interpellato da 'laRegione', Castelletti ha poi aggiunto che “non ci vedo nulla di male, perché ginnaste e ginnasti possono esprimersi con il loro corpo in uno sport che fa del corpo il suo fulcro”. “Il cosiddetto 'body'  – ha aggiunto – ben si addice alla bellezza del corpo femminile. La canotta attillata degli uomini si accompagna ai pantaloni lunghi per gli esercizi agli anelli, alle parallele e alla sbarra. Quelli corti, invece, sono obbligatori per suolo e volteggio, specialità in cui arti gli arti inferiori sono una componente fondamentale”.

Io l'8 ogni giorno

"Sono moltissime le maniere con cui è possibile scioperare", spiega il collettivo femminista 'Io l'8 ogni giorno': "dall' astensione del lavoro, alla pausa pranzo prolungata, fino all'organizzazione di un evento. Possiamo e dobbiamo scioperare anche dal lavoro di cura, rifiutandoci di cucinare, fare il bucato, la spesa e prendendo del tempo per noi stesse. Lo sciopero femminista sarà  uno sciopero dal lavoro salariato, riproduttivo e di cura e dal consumo". La lista completa delle iniziative del collettivo è consultabile sul suo sito.

Socrate en rose

Singolare iniziativa, invece, questa mattina al Parco Ciani. Ignoti hanno vestito di rosa la copia della scultura 'Socrate morente' di Markus Antokolski al Parco Ciani. Lo riferisce la 'Rsi', che spiega come la Polizia abbia immediatamente rimosso il 'costume' e il cartello apposto alla base, che recitava: "14 giorno 2019 sciopero femminista. Manca solo un mese, preparatevi!"


(Sito web Rsi)

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