Ticino

Giù le mani dalle Officine, due pareri a confronto

I gruppi parlamentari di Verdi e Mps-Pop la sostengono a spada tratta, l'Aiti la boccia perché comprometterebbe la realizzazione dell'opera.

Ti-Press
6 maggio 2019
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Da una parte, l’Associazione industrie ticinesi (Aiti) che si dichiara contraria all’iniziativa popolare “Giù le mani dalle Officine” che mira alla creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico sull’area attualmente occupata dalle Officine Ffs di Bellinzona. Dall'altra, la presa di posizione dei gruppi parlamentari di Verdi e Mps-Pop la difendono a spada tratta. Due pareri a confronto in vista della votazione del prossimo 19 maggio.

Pur riconoscendo le intenzioni degli iniziativisti, quanto proposto rischia di creare numerosi problemi, scrive l'Aiti. Paradossalmente, se approvata, 'l’iniziativa rischia di costituire un ostacolo alla realizzazione della nuova officina (e il relativo polo teconologico-industriale) e alla creazione di circa 230 posti di lavoro qualificati, compromettendo di fatto la realizzazione di un’opera garantita dagli accordi siglati con le Ffs nel dicembre del 2017'.

Di parere diammetralmente opposto i gruppi parlamentari di Verdi e Mps-Pop, secondo cui l'iniziativa 'rappresenta l’unico strumento per opporsi alla politica delle Ffs che di fatto vuole smantellare l’Officina, privando in questo modo il Cantone di oltre 300 pregiati posti di lavoro e di competenze ed esperienze professionali e tecnologiche. Iniziativa che non solo vuole difendere questi posti di lavoro e la continuità produttiva, ma si oppone a quella che appare sempre più chiaramente come una grossa speculazione immobiliare, nonché una soppressione (attraverso il progetto Castione) di importanti porzioni di terreno agricolo pregiato'.

Dal canto suo, invece, l'Aiti ritiene che, se l'iniziativa passasse, al Cantone sarebbero 'imposti oneri finanziari e amministrativi legati all’espropriazione delle attuali Officine Ffs e, in seguito, anche quelli relativi alla gestione delle attuali attività'. Perciò, pur si comprendendo 'le motivazioni e i sentimenti in particolare delle maestranze, immaginare che nel 2019 lo Stato si metta di fatto a espropriare un'attività di un'azienda ferroviaria federale con la pretesa di poter diventare imprenditore in un settore ad alta competitività internazionale, di cui non ha nessuna competenza, porterebbe ad un sicuro fallimento dell'obiettivo di salvare centinaia di posti di lavoro e di mantenere in Ticino un'attività ad alto contenuto tecnologico'.

Non da ultimo, l’accettazione dell’iniziativa popolare, sempre secondo l'Aiti, comprometterebbe la prevista creazione di un polo tecnologico a Bellinzona, laddove saranno insediati laboratori e attività di ricerca e di produzione ad alto valore aggiunto, volano della creazione di posti di lavoro qualificati che tutti si attendono.

I gruppi parlamentari di Verdi e Mps-Pop invitano inoltre la popolazione a bocciare la Riforma fiscale e del finanziamento Avs. Dapprima perché il modo di procedere rappresenta un vero e proprio ricatto: 'l’accostamento di due temi completamente diversi impedisce agli elettori e alle elettrici di esprimere in modo chiaro il proprio punto di vista che potrebbe essere diverso sui due progetti'. E ricordano che 'le proposte fiscali avanzate di fatto sono già state chiaramente respinte circa due anni fa da una netta maggioranza della popolazione svizzera'.

La proposte fiscali contenute nella riforma introducono, sempre secondo i gruppi parlamentari di Verdi e Mps-Pop, 'in sostituzione dell’abolizione degli statuti speciali cantonali, nuovi privilegi fiscali che non prevedono nessun criterio qualitativo per quanto riguarda l’occupazione o le retribuzioni dei dipendenti'.

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