Ticino

Sciopero 14 giugno, 'non è più in mio potere fare la differenza'

Partecipazione delle docenti alla giornata di mobilitazione, il direttore del Decs Manuele Bertoli risponde al Collettivo 'Io l'8 ogni giorno'.

(TiPress)
3 aprile 2019
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Una decina di giorni fa, con una lettera aperta, il collettivo 'Io l’8 ogni giorno - Verso lo sciopero femminista' aveva chiesto a Manuele Bertoli di agevolare la partecipazione di maestre e studentesse alla giornata di mobilitazione nazionale del 14 giugno. Oggi la risposta del direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs). Che accoglie alcuni dei suggerimenti del Collettivo. Affermando tuttavia (riprendendo, al rovescio però, lo slogan che campeggia sui manifesti elettorali...: 'Un socialista fa la differenza: Manuele Bertoli in Consiglio di Stato') che "non è più in mio potere modificare le cose o fare la differenza" per quanto riguarda un eventuale avallo da parte sua alla partecipazione del personale docente alla giornata.  

In una lettera, trasmessa in copia alla nostra redazione, Bertoli esprime anzitutto "comprensione e sostegno verso la giusta rivendicazione da parte delle donne di una parità effettiva e non solo formale". Il 'ministro' dell'educazione ritiene che la scuola sia "importante per abbattere gli stereotipi di genere" e ricorda che "il sistema scolastico prevede di tematizzare questa questione già dalla scuola dell'obbligo con il nuovo Piano di studio". 

Sulle singole richieste, poi. 

  • Frequenza da parte delle studentesse: "la responsabilità della gestione delle assenze è delle singole scuole", ma trattandosi dell'ultimo giorno del calendario scolastico – "un giorno già organizzato piuttosto liberamente" – "non credo che vi saranno (...) problemi per le allieve che intendono partecipare a quanto si prevede di organizzare al di fuori della scuola". Bertoli si impegna: "mi farò parte attiva" nel proporre un approccio che consideri la giornata "un'occasione propizia affinché le scuole possano far propria la tematica e organizzare momenti di approfondimento e confronto".
  •  Messa a disposizione degli spazi scolastici per le attività pubbliche legate alla giornata: non problem, se concordata con le direzioni e non in conflitto con "esigenze scolastiche prioritarie dei singoli istituti",
  • Spostamento degli esami: la richiesta è "problematica", poiché "risulta molto arduo spostare termini fissati da tempo secondo un coordinamento abbastanza articolato. "In ogni caso – viene precisato – essi [gli esami, ndr] non occupano tutto il giorno e quindi non impediscono la presenza almeno parziale a quanto si intende organizzare".
  • Partecipazione del personale docente a "uno sciopero a tutti gli effetti" (ai sensi dell'art. cpv. 3 della Costituzione federale): "il segnale di sostegno che mi chiedete mipare un po' contraddittorio", afferma Bertoli. "(...) nel mio ruolo – puntualizza il direttore del Decs – tramite il Consiglio di Stato, mi trovo a condividere con i colleghi la rappresentazione del datori di lavoro Cantone; mi sembra curioso in questo senso che per uno sciopero si chieda una qualche forma di avvallo (sic) da parte del datore di lavoro". "Per le docenti – aggiunge – che come le impiegate e tutti i loro colleghi maschi (impiegati e docenti) sono dipendenti del Cantone, le decisioni inerenti alla politica del personale sono di competenza del Consiglio di Stato e non dei singoli Dipartimenti. Su questo punto il Governo si è già determinato e non è più in mio potere modificare le cose o fare la differenza".

 

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