Ticino

'Sicurezza, Ticino come un cantone rurale'

Anche nel 2018 sono diminuiti i reati ai sensi del Codice penale. Leggero aumento dei furti con scasso e delle truffe. 'Ma il trend è sempre al ribasso'

25 marzo 2019
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Un Ticino sicuro. Anzi, sempre più sicuro, per dirla con il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. Anche lo scorso anno sono diminuiti (meno 4 per cento)  i reati ai sensi del Codice penale constatati dalla Polizia cantonale: si conferma così una tendenza in atto dal 2013.  In calo rispetto al 2017 anche le violazioni della Legge federale sugli stupefacenti (meno 9 per cento)  e le infrazioni (entrate illegali, attività lavorative senza autorizzazione...) della legge, anch’essa federale, sugli stranieri: addirittura del 17 per cento. Sono alcuni dei dati salienti del bilancio 2018 della Polcantonale, illustrati e commentati questa mattina dal comandante Matteo Cocchi, dal collaboratore scientifico Paolo Bernasconi e dal consigliere di Stato Gobbi. Sul fronte delle rapine, sono «praticamente scomparse» quelle commesse a danno dei chioschi annessi ai distributori di benzina, con un numero di colpi «tra i più bassi degli ultimi dieci, quindici anni», ha osservato fra l'altro Bernasconi, responsabile della statistica criminale.

Se in generale vi è stata un'ulteriore diminuzione degli illeciti rilevati dalle forze dell'ordine, qualche tipologia di reato ha registrato il segno più. Nel 2018 i furti con scasso sono cresciuti del 4 per cento. Il dato comunque non incide su un trend che da sei anni vede calare globalmente e in maniera significativa anche questo genere di furti, ha sottolineato ancora il collaboratore scientifico della Polizia cantonale. E in linea con le cifre appena pubblicate dall'Ufficio federale di statistica, sono aumentate, rispetto al 2017, anche le truffe. Per quanto riguarda le vittime, il grosso dei raggiri ha preso di mira gli anziani: «Molte però sono state le truffe tentate». E sono state sventate grazie anche alle campagne di sensibilizzazione e quindi di prevenzione promosse dalla Cantonale, che hanno portato diverse persone a segnalare prontamente alla polizia i tentativi di raggiro dei quali sono state bersaglio.  A proposito delle modalità, un buon numero di truffe è stato commesso ricorrendo «all'informatica». Per quel che attiene al controllo della manodopera estera, sono stati denunciati, ha indicato il comandante Cocchi, quarantadue datori di lavoro: il 16 per cento in più per rapporto al 2017. Nei prossimi giorni, con i bilanci di dettaglio che verranno forniti dalla Polcantonale, si sapranno i motivi degli esposti: lavoro nero, mancanza dei necessari permessi, usura... . Da evidenziare anche il calo (3 per cento) del numero di incidenti stradali.

«Il Ticino è senz'altro più sicuro rispetto a otto, nove anni fa e speriamo più accogliente – ha evidenziato Gobbi –. Pur essendo un cantone fortemente urbanizzato e di confine, attraversato da un importante asse di traffico nord-sud, e pur essendo a pochi chilometri da una delle maggiori aree metropolitane d'Europa (Milano, ndr.), il tasso di reati in Ticino è oggi paragonabile a quello dei cantoni rurali. Questo però non è frutto del caso, è il risultato di una serie di misure organizzative e operative poste in essere in questi anni dal Comando e di strategie politiche». 

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