Ticino

Carceri ticinesi ancora sovraffollate

Nel 2018 il tasso di occupazione si è attestato intiorno alle 234 presenze giornalieri. Rinchiusa per traffici di droga la maggior parte dei detenuti

13 marzo 2019
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Carceri ticinesi ancora sotto pressione a causa del sovraffollamento di detenuti. Lo scorso anno, ha indicato stamattina il Dipartimento istituzioni illustrando il bilancio 2018 del settore esecuzione pene e misure, “l'occupazione media ha superato il 91 per cento”. Una tendenza all'aumento in linea comunque col resto della Svizzera, ha osservato Norman Gobbi. «Negli ultimi trent'anni vi è stato a livello nazionale un'incremento del 50 per cento del numero di carcerati: da 4'621 a 6'907», ha precisato il capo del Dipartimento. In Ticino il tasso di occupazione 2018 – circa 234 presenze giornaliere – «ricalca quello del 2017, il che non è rallegrante visto che quello registrato due anni fa era già elevato», ha osservato a sua volta il direttore delle strutture carcerarie Stefano Laffranchini. Alla Stampa la maggior parte dei reclusi, «il 40 per cento», sta scontando condanne per traffici di droga o per furti per procurarsi lo stupefacente, ha spiegato Laffranchini.  Quanto alla nazionalità dei detenuti, «il 70 per cento» in esecuzione pena è costituito da stranieri:  la percentuale dei non residenti sale «al 90» per quanto riguarda le presenze alla Farera, il carcere giudiziario destinato anzitutto alle persone in preventiva o perché in attesa di giudizio o in quanto private della libertà per motivi di inchiesta. Quattordici nel 2018 le persone «in sorveglianza elettronica» tramite l'apposito braccialetto e ottantatré  quelle che hanno svolto  «un lavoro di pubblica utilità», ha fatto sapera Luisella Demartini-Foglia, alla testa dell'Ufficio dell'assistenza riabilitativa che si occupa della reintegrazione sociale dei condannati. Cresce il numero delle detenute: l'Ufficio lo scorso anno ha seguito 89 donne, di cui 31 in esecuzione di una pena o di una misura . La maggioranza delle detenute sconta la pene alla Farera, cioè in una struttura riservata invece a chi è in attesa di giudizio, oppure deve essere trasferita in penitenziari di altri cantoni. «È un problema che ci preoccupa e che il Dipartimento sta cercando di risolvere», ha affermato Demartini-Foglia. 

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