Ticino

Digitalizzazione a scuola, via libera dal parlamento

Con 73 sì e 7 astenuti il Gran Consiglio dà luce verde a 47 milioni per implementare pc, beamer, Wi-Fi e cablaggi nelle scuole cantonali

archivio Ti-Press
11 marzo 2019
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Via libera del Gran Consiglio a larghissima maggioranza (73 favorevoli e 7 astenuti) al credito da 47 milioni per l’informatizzazione delle scuole cantonali.

Un credito che arriva in ritardo, rilevano i due relatori Nicola Pini (Plr) e Michele Guerra (Lega). Per il primo “è solo il primo passo, perché dobbiamo fare in modo di preparare al meglio i bambini e gli adolescenti al mondo digitale e le sfide della digitalizzazione che attendono tutti noi. Per questo va approfondita anche la formazione dei docenti”. Per Guerra questo “progetto avveniristico” serve per “capire la realtà, sempre più marcata da un dinamismo tecnologico che porta molti cambiamenti anche repentini. Questo passo quasi unanime è importante, la scuola deve educare gli allievi a questa realtà”.

Pieno sostegno anche dai gruppi. Con piccole sfumature. Ad esempio per Maristella Polli (Plr) è fondamentale “che continui a venire riconosciuto il ruolo del docente, che mai deve andare in secondo piano rispetto alla tecnologia”. Secondo Giorgio Fonio (Ppd), apertamente contrario all uso degli smartphone in classe, “è un primo passo per stare al passo coi tempi, ma sogno che a ogni studente venga data la possibilità di avere un tablet per scopo di studio senza dover pesare sulle famiglie”. Un credito “importantissimo” per la socialista Tatiana Lurati Grassi, sul quale però si sono astenuti i Verdi. Michela Delcò Petralli ribadisce infatti che il gruppo verde “è preoccupato per il progetto di utilizzare il Wi-Fi. L’elettrosmog è un problema, e alcune nazioni fanno il contrario: investono sulla rete fissa, attraverso la quale possono connettersi computer e beamer.

 “Nessun problema”, rileva Bertoli in replica una volta incassato l’appoggio anche di Udc e Montagna viva. “Negli ultimi anni si sono fatti molti studi, e il problema dell’elettrosmog dipende solo in minima parte dal Wi-Fi. La parte importante è provocata da tutte le altre reti”. Ad ogni modo, per Bertoli “questo credito arriva in ritardo solo perché la scorsa legislatura e in parte quella attuale sono state segnate dai risparmi. Non c’erano i soldi per partire prima, ora possiamo mettere in campo qualcosa di utile per i nostri allievi”

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