Ticino

La difesa del funzionario: “È da assolvere pienamente”

Per l’avvocato Giovanettina “il racconto delle presunte vittime è incoerente, e cambia troppe volte per essere credibile. La pubblica accusa doveva rendersene conto”

29 gennaio 2019
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“L’imputato è da assolvere da tutti i reati a lui contestati”. È chiaro e diretto il difensore dell’ex funzionario del Dss a processo davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano per violenza carnale e coazione sessuale. “Troppe sono le incoerenze nei racconti delle tre presunte vittime - ha riportato nella sua arringa, durata più di tre ore, l’avvocato Niccolò Giovanettina -. Se è lecito ricordarsi qualcosa in un secondo momento, desta qualche dubbio il fatto che tutte e tre le presunte vittime abbiano più e più volte cambiato la loro versione, spostando date, fatti, avvenimenti”.

È “forte, profondo” il rispetto per il dolore di queste ragazze, continua Giovanettina. Ragazze che “sicuramente hanno vissuto con molto dolore nella propria vita. Ma attenzione ad essere sicuri che questo dolore, o qualche problema psichico, non possano aver influenzato certe loro posizioni”.

Si attende una decisione “non di pancia, non emozionale”, rileva Giovanettina. “In linea con il diritto, perché si rischia di creare un pericoloso precedente: violare un principio fondante della società giuridica occidentale, il principio di innocenza”. Già, perché per il difensore del 59enne alla sbarra, alla luce dei racconti “incoerenti” delle presunte vittime “non può bastare  una cartella clinica incompleta o una terza persona che riferisce quanto detto da una delle presunte vittime”. Il rischio “è che a ogni denuncia, a ogni segnalazione si vada oltre quello che viene detto dalla persona. Se colpevolezza deve essere, lo deve essere davanti a prove vere, concrete”. Non a quello che Giovanettina, contestando la procuratrice pubblica Chiara Borelli, ha definito “un Frankenstein delle coazioni”.

Non è un attacco alle presunte vittime, ricorda Giovanettina: “è un attacco alla loro credibilità, su cui la pubblica accusa non si è posta domande e interrogativi che a mio avviso avrebbe dovuto porsi”. Da qui, la richiesta di assoluzione piena del suo assistito.

La sentenza della Corte è prevista attorno alle 18. 

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