Ticino

Deboli con i forti, Verdi con i deboli

Dalle Officine di Bellinzona all'iniziativa, ferma da sei anni, per il salario minimo, i Verdi denunciano un Gran consiglio "asservito ai poteri forti"

Terreni agricoli per le Officine, una scelta da non discutere (©Ti-Press)
22 gennaio 2019
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"Forti con i deboli, deboli con i forti". Ma forti sono soprattutto i toni del comunicato stampa dei Verdi ticinesi che, in vista delle elezioni di aprile, non esitano ad accusare il parlamento ticinese di essere "asservito ai poteri forti".

A essere denunciate – "con sdegno" –, sono ovviamente le politiche economiche, dai tagli sulle prestazioni sociali ai regali fiscali ma, soprattutto, due dossier, il primo chiuso dopo neanche sei mesi, il secondo ancora aperto nonostante siano passati sei anni.

Da una parte, quindi, l'operazione Officine Ffs di Bellinzona, "condotta dietro alle spalle delle maestranze e delle parti sindacali", favorendo "con un’enorme iniezione di denaro pubblico" quella che i Verdi ricordano essere "un'azienda semi-privata che delocalizza Oltralpe le proprie attività". Abbiamo poi le "speculazioni immobiliari sul sedime pregiato di Bellinzona" e la scelta "calata dall'alto" di occupare i terreni agricoli, scartando sia la ristrutturazione dell’attuale comparto industriale, sia i "sedimi industriali dismessi in una zona del Ticino ormai dimenticata da tutti come Bodio-Giornico".

Dall'altra parte, l’iniziativa dei Verdi che chiede l’introduzione di salari minimi dignitosi che dopo 6 anni "giace nei profondi cassetti commissionali della politica ticinese", forse per paura dei partiti di dover "esplicitare la loro reale posizione" prima delle elezioni.
I Verdi concludono il loro comunicato invitando "le forze politiche nelle commissioni a un atto di responsabilità al fine di formulare in tempi stretti un rapporto sul salario minimo".

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