Ticino

Pietra tombale sui rimborsi

Non passa il rapporto di maggioranza di Fabio Bacchetta Cattori, con 41 contrari, 31 favorevoli e 10 astenuti

Ti-Press
21 gennaio 2019
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Un anno risolto in niente. La querelle relativa ai rimborsi dei consiglieri di Stato si esaurisce sì ai calci di rigore, dopo il pareggio sul voto di entrata in materia nella sessione di dicembre che ha provocato il rinvio della trattanda. Ma si esaurisce del tutto, almeno per quanto concerne il parlamento. Strada sbarrata, infatti, al rapporto di maggioranza firmato dal coordinatore della sottocommissione finanze Fabio Bacchetta Cattori, che lasciava facoltà al governo di decidere quanto restituire, a livello di rimborsi spese telefoniche ricevuti, a partire dal mese di luglio del 2018.

Decisivo il semaforo rosso posto dal Ppd. Il partito di Fiorenzo Dadò aveva proposto due emendamenti al rapporto di Bacchetta Cattori: procedere alla restituzione dei rimborsi di spese telefoniche dal novembre 2011 (e non dal luglio 2018, quindi) e l'invito a chiedere la restituzione di quanto percepito senza base legale dall'ex cancelliere Gianella. Emendamenti, questi, che hanno visto il sostegno del Ppd, del Ps, dei Verdi e di altri singoli deputati non sufficienti, comunque, a raggiungere una maggioranza. Da qui, la decisione del Ppd di non appoggiare il rapporto di maggioranza.

A questo punto, con il voto contrario del parlamento, non sarà né chiesta né raccomandata alcuna restituzione ai consiglieri di Stato.

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