Ticino

Accordo fiscale sui frontalieri, dall'Italia uno spiraglio

Currò e Invidia (M5S): ‘Rivedere di poco quello del ’74’. La replica a Quadri: ‘Termini impropri’.

Foto Ti-Press
5 gennaio 2019
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Parlamentari di frontiera (uno risiede a Como, l’altro a Luino), eletti il 4 marzo dello scorso anno alla Camera fra le fila dell’M5S, Giovanni Currò e Niccolò Invidia, dopo essere riusciti ad ottenere il congelamento del nuovo sistema fiscale dei frontalieri, parafato da Italia e Svizzera nel dicembre 2015, continuano ad essere “sul pezzo” (o meglio sul tema) che seguita a tenere banco.

Soffermandosi sull’accordo del 2015 avanzano una proposta: “Con senso di responsabilità chiediamo di sederci nuovamente a un tavolo per aprire un dialogo sulla valutazione di stilarne uno nuovo, per rivedere, solo di poco, quello ormai datato del ’74. Un possibile nuovo accordo positivo per entrambi i contraenti e vicino alle comunità che ne usufruiscono. Un aggiornamento dell’accordo che preveda ad esempio anche il rispetto di ciò che l’Unione europea ha espresso sul tema dei sussidi di disoccupazione dei lavoratori transfrontalieri in Europa, per garantire equi diritti a tutti i cittadini del lato europeo. Auspichiamo fortemente un dialogo tra tutte le forze politiche di entrambi i Paesi, quantomeno per eliminare i termini che non fanno onore alla nostra comunità italo-svizzera”. Nel solco della proposta si inseriscono gli incontri romani, avvenuti a più riprese, presso l’Ambasciata svizzera.

E a proposito di “termini” i due parlamentari pentastellati se la prendono con il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, che “ribadendo per l’ennesima volta la richiesta di bloccare i ristorni, non fa altro che venir meno alla volontà popolare dei cittadini elvetici in merito agli accordi internazionali, peraltro espressa recentemente attraverso invidiabili strumenti di democrazia diretta. Termini come ‘Ratt’ o ‘Mammelle’, non riusciamo a condividerli sia come stile che come dialogo rispettoso tra le parti, facciamo davvero fatica ad intravedere tali sensi figurativi in ciò che viviamo sui territori. La storia parla chiaro: dal ’74 ad oggi i nostri territori hanno dimostrato una grande sinergia in un incrocio di domanda e offerta di lavoro per lo sviluppo reciproco, e di questo ne hanno potuto solo giovare. Anche se vi sono continue volontà divisive, noi vediamo in questa collaborazione una Comunità di cittadini figli dello stesso territorio”.

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