Ticino

L'anno più caldo in Svizzera. E c'è da avere i brividi

Nel 2018 +1,5 gradi rispetto alla norma. Panziera (MeteoSvizzera): 'In futuro sempre più ondate di canicola, siccità e piogge torrenziali'

Prepariamoci a sempre più eventi estremi (Ti-Press)
2 gennaio 2019
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Ci siamo messi alle spalle l’anno più caldo a memoria di strumento. Ma anche di chi scrive: un ottobre da pantaloncino e maglietta non era nemmeno contemplabile fino a pochi anni fa. Dobbiamo preoccuparci? «Sì, indubbiamente dobbiamo preoccuparci, perché il cambiamento del clima in atto ha una serie di conseguenze molto serie non solo sul nostro pianeta, ma anche e soprattutto su gran parte della popolazione che lo abita – risponde Luca Panziera di MeteoSvizzera –. Il 2018 ha chiuso con una temperatura media svizzera annuale di 1,5 gradi superiore alla norma 1981-2010. Potrebbe sembrare solo una piccola variazione che interessa pochi esperti del settore, ma nel complesso sistema dell’atmosfera questo piccolo cambiamento produce conseguenze molto serie per tutta la popolazione.

Voi climatologi lo avete più volte ripetuto: il riscaldamento climatico porterà eventi sempre più estremi.
In Svizzera siamo al riparo da cicloni e uragani che flagellano altre aree del pianeta. Alle nostre latitudini, quali fenomeni dobbiamo attenderci?

Nel futuro ci dovremo confrontare sempre più spesso con fenomeni che adesso possiamo considerare rari. Ad esempio le ondate di caldo estivo canicolare, che saranno più frequenti e più intense. Se consideriamo che, attorno alla metà di questo secolo, durante la stagione estiva avremo anche fino a un quarto in meno di precipitazioni rispetto a oggi, possiamo dedurre che le siccità saranno un fenomeno ricorrente. Già quest’anno nella Svizzera orientale la scarsità di precipitazioni registrata tra la primavera e l’autunno ha raggiunto le dimensioni di un evento secolare. Inoltre, in futuro i periodi di forti precipitazioni saranno più frequenti e anche l’intensità delle precipitazioni aumenterà rispetto a oggi, soprattutto in inverno. Considerando che le temperature saranno più alte, alle basse quote nevicherà più raramente. Prendendo la quota di riferimento di 1’000 metri, verso metà secolo si misurerà già il 50% di neve in meno rispetto ad oggi, il 40% in meno ad una quota di 2’000 metri.

Il futuro dei nostri ghiacciai appare segnato. Con quali conseguenze?

Sì, in un futuro non molto lontano, già verso metà secolo, i nostri ghiacciai saranno solo un ricordo. Di conseguenza il regime idrico alpino cambierà radicalmente: d’estate verranno a mancare i deflussi legati alla fusione del ghiaccio.

La siccità che conseguenze ha sul nostro ecosistema?

La siccità implica naturalmente una minore disponibilità di risorse idriche per l’uomo e per l’ambiente, unita ad un maggior rischio di incendi. Inoltre, i boschi saranno sempre più minacciati da organismi nocivi e da malattie (come ad esempio il bostrico) e saranno sempre più infestati da piante esotiche invasive.

A livello globale è stato firmato l’Accordo sul clima di Parigi. Anche la Svizzera vuole fare la sua parte.
Ma non siamo una goccia nel mare ?

Sì, siamo una goccia nel mare ma il mare è fatto da tante piccole gocce. Inoltre non siamo una goccia qualunque: siamo una goccia che possiede i mezzi e le conoscenze per dare l’esempio ad altre gocce ben più grandi di noi su come cambiare.

C’è chi ritiene che siamo già oltre il punto di non ritorno. Condivide? Cosa fare?

Il punto di non ritorno l’abbiamo superato già da tempo, in quanto le conseguenze del riscaldamento globale in atto dureranno per molti decenni, anche se dovessimo di colpo invertire la rotta e adattare la nostra economia ad una produzione ecosostenibile. Però non tutto è perduto, e gli ‘Scenari Climatici per la Svizzera’ recentemente pubblicati da MeteoSvizzera e dal Politecnico di Zurigo lo dimostrano chiaramente: siamo ancora in tempo per agire e per ridurre l’entità del cambiamento climatico atteso. Riducendo in maniera generalizzata le emissioni di gas a effetto serra a livello mondiale, entro la metà del 21esimo secolo si potrebbero evitare circa la metà dei possibili cambiamenti climatici in Svizzera ed i due terzi entro la fine del secolo. Le temperature continuerebbero ad aumentare anche in Svizzera, ma in misura molto minore rispetto allo scenario che vede emissioni incontrollate e in continuo aumento. È quindi necessario attuare tutte quelle politiche e adottare tutti quei comportamenti che permettano di ridurre l’emissione dei gas a effetto serra.

Se ne avesse la possibilità, cosa direbbe a Donald Trump che invece si è chiamato fuori all’Accordo e sembra non credere troppo agli scienziati?

Signor Trump, gli Stati Uniti d’America hanno dato il buon esempio in tanti campi, perché non farlo anche in campo climatico?

Posto che le previsioni meteo hanno un orizzonte settimanale, se dovesse formulare una previsione per l’intero 2019 cosa azzarderebbe?

È ovviamente impossibile formulare una previsione dettagliata per il 2019, ma posso affermare che sarà molto probabilmente un altro anno più caldo della norma anche in Svizzera.

L’inizio del nuovo anno coincide anche con l’espressione di buoni auspici e desideri. Quali sono i suoi per quanto concerne l’evoluzione del clima?

Spero che finalmente sia la politica che i cittadini aprano gli occhi e si rendano conto che il cambiamento climatico è una realtà che ha conseguenze serie su tutti, e soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione che hanno meno mezzi a disposizione per adattarsi alle variazioni climatiche in atto e attese. Spero che non sia necessario anche in questo campo scottarsi per capire che il fuoco brucia, anche perché quando la Svizzera si sarà scottata, molti altri Paesi del mondo si saranno già bruciati.

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