Ticino

Referendum sui semafori, minacce a Dadò e Passalia

Degli anonimi hanno inviato una lettera dai toni minacciosi al presidente del Ppd ticinese, chiedendogli di 'richiamare all'ordine' il suo vice

Fiorenzo Dadò (Ti-Press)
16 dicembre 2018
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“Le consigliamo di richiamare all'ordine il suo collega prima che sia troppo tardi”. Hanno tono minaccioso le lettere inviate da anonimi al presidente del Ppd ticinese Fiorenzo Dadò – da cui arriva questo stralcio – e al suo vice Marco Passalia. Motivo del gesto sarebbe la volontà di quest'ultimo di raccogliere le firme per lanciare un referendum contro l'approvazione, avvenuta l'11 dicembre scorso in Gran Consiglio, del credito per posare alcuni semafori in sostituzione delle rotonde sul piano di Magadino (fra Cadenazzo e Quartino). “Vi consigliamo di non fare il referendum sui semafori – si legge infatti esplicitamente –. Le consigliamo di intervenire subito per il bene di tutti senza farsi del male”.

Dadò ha affidato a Facebook la propria replica: "In Ticino esiste ancora la democrazia e la libertà di esprimere le proprie opinioni o siamo sotto dittatura? Ci devono essere dei grossi interessi nascosti dietro tutta questa storia per arrivare a tanto, se no non si spiegano simili spregevoli gesti. Ai coraggiosi cittadini che firmano anonimamente questa lettera rispondo nella più completa tranquillità che è assicurata già sin d’ora la più totale autonomia e indipendenza a Marco Passalia e a tutti coloro che riterranno utile e necessario proporre un Referendum per permettere alla popolazione di esprimere nelle urne il loro libero parere sull’utilizzo di diversi milioni di franchi per togliere le rotonde e posare dei semafori".

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