Ticino

Parti extra ospedalieri: 'Il Cantone si assuma il costo'

Una mozione sollecita il sostegno 'fattivo' da parte dell'ente pubblico. I parti alla casa delle nascite 'lediecilune' di Besso costano meno al sistema, ma di più ai genitori

Ti-Press
17 novembre 2018
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Le mamme che scelgono di non partorire in ospedale in Ticino sono un’eccezione. Dal 2016 però, grazie alla casa delle nascite ‘lediecilune’ di Besso, il tema non è più tabù. La struttura, dalle caratteristiche ambulatoriali, ha accolto una ventina di nuovi nati l’anno e seguito a domicilio altrettanti parti. La casa delle nascite, gestita da tre levatrici, si presenta come “un luogo intimo e protetto” in cui vivere la maternità e il parto (la permanenza in struttura non va oltre le 24 ore), senza l’uso di sostanze o di strumenti. Favorire il parto naturale è pure l’obiettivo dell’associazione ‘nascerebene’, che ha sede nella stessa casa e che da sempre sostiene il progetto ‘lediecilune’. Progetto che gode pure del riconoscimento del Cantone, che lo ritiene un elemento complementare al sistema sanitario ticinese, e delle casse malati, per quanto attiene ai costi delle levatrici. Il resto – cioè 600 franchi di forfait che coprono in pratica il vitto e l’alloggio – sono invece a carico della famiglia.

Una situazione quanto meno discutibile, perché “è risaputo che i parti naturali non ospedalieri costano meno rispetto a quelli ospedalieri”. A farlo presente sono i deputati Nicola Pini (Plr), Ivo Durisch (Ps), Giorgio Fonio (Ppd) e Amanda Rückert (Lega) con una mozione con cui sollecitano un “sostegno fattivo ai parti naturali e alla riduzione dei costi della sanità”. Le cifre dimostrano infatti che i parti non ospedalieri costano meno al sistema, ma non per forza comportano un costo minore per chi li sceglie. “Si pone una questione di opportunità non solo per quanto riguarda la parità di trattamento e il principio di equità, ma anche per l’aspetto meramente finanziario: di fatto, si disincentiva finanziariamente un metodo che permette di abbassare i costi della sanità a carico del Cantone”. Per questo i deputati chiedono al Consiglio di Stato da un lato “di adoperarsi affinché il ‘disincentivo finanziario’ venga neutralizzato”, e dall’altro “di assumersi sperimentalmente e per un periodo determinato il costo del forfait per chi sceglie un parto naturale extra­ospedaliero”.

Una via, quella del parto non medicalizzato, che non tutti possono davvero scegliere... «Questa opzione è possibile solo quando tutti i parametri sono favorevoli – sottolinea Nicola Pini alla ‘Regione’, lui che è tra i genitori ad aver fatto l’esperienza alla casa delle nascite ‘lediecilune’ –. All’inizio ero io il più scettico e posso dire che la scelta di optare per questa struttura è stata il frutto di un processo di approfondimento e di conoscenza durante la gravidanza. La nascita è stata un’esperienza bellissima, così come la prima notte trascorsa insieme e il rientro a casa il giorno seguente.

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