Ticino

'La Svizzera non è un Paese di corrotti: Blocher chieda scusa'

Presa di posizione dell'Associazione Uniti dal Diritto dopo l'appello pubblicato dall'ex consigliere federale sui quotidiani ticinesi

Keystone
9 novembre 2018
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“Blocher chiesa scusa, la Svizzera non è un Paese di corrotti e despoti”. A chiedere un passo indietro all'ex consigliere federale è l'Associazione Uniti dal Diritto, l'ente fondato per combattere l'iniziativa “giudici stranieri” in votazione federale il 25 novembre, a seguito dell'appello apparso sui quotidiani. Appello nel quale Blocher accusa di corruzione i politici svizzeri a tutti i livelli.

 

Ecco il comunicato stampa integrale:

Nel suo appello apparso sui quotidiani in questi giorni, l’ex membro del Consiglio federale Christoph Blocher, accusa di corruzione i politici svizzeri a tutti i livelli. La Svizzera secondo lui sarebbe despotica e corrotta, così come evidentemente i suoi cittadini che si mettono a disposizione per fare politica nei Comuni, nei Cantoni e a Berna.

Chi sono i politici corrotti? Quelli eletti dal popolo, nei Comuni, nei Cantoni e alle Camere federali? La deriva despotica minacciata da Blocher è invece sempre nata proprio dalle accuse generalizzate contro i politici eletti dal popolo. Tutte le peggiori dittature sono nate accusando di corruzione i politici, ossia donne e uomini eletti proprio applicando la democrazia diretta. Il Blocher-pensiero è cominciato con le accuse contro il Tribunale federale, già insultato come autore di un golpe. Addirittura?! Nessuna cittadina o cittadino svizzero che ha a cuore il proprio Paese dovrebbe lasciar correre tali accuse. Non siamo un Paese di corrotti e di despoti. La Svizzera è un Paese libero. Signor Blocher chieda scusa, per avere insultato i politici svizzeri come dei corrotti. Chieda scusa ai suoi colleghi in Parlamento. Chieda scusa ai suoi colleghi di partito. Chieda scusa ai suoi ex-colleghi in Consiglio federale. Chieda scusa ai suoi concittadini che votano, per fortuna, ancora liberamente. Le consigliamo di leggere la Convenzione di Vienna ratificata anche dal nostro Parlamento che prevede esplicitamente per tutti i Paesi il divieto di opporre il diritto nazionale a qualsiasi regola di un trattato internazionale. Lo stesso trattato che garantisce alla Svizzera, ai suoi cittadini e ai suoi rappresentanti, fondamentali diritti quando sono all’estero.

No, non siamo corrotti e anche solo per difendere tutti i cittadini Svizzeri dalla sua accusa di corruzione e dittatura, ci impegneremo a votare NO il 25 novembre alla sua iniziativa.

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