Ticino

Tassa di collegamento: forse si rinuncia all’incasso retroattivo

Il Cantone potrebbe lasciar perdere gli 'arretrati' dal 2016. Zali: ‘Lo scopo non era fare cassetta’

(Ti-Press)
6 novembre 2018
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Se la tassa di collegamento dovesse ricevere il via libera dal Tribunale federale il governo potrebbe rinunciare all’incasso delle fatture per gli anni in cui la modifica di legge è rimasta nel limbo giuridico, ergo dal 1° agosto 2016 fino alla decisione dei giudici di Mon Repos (che avevano a suo tempo concesso l’effetto sospensivo ai ricorsi). Lo ha detto il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali nell’ambito della discussione sul credito aggiuntivo da 47 milioni di franchi concesso senza particolari mal di pancia dal parlamento.

Soldi necessari a finanziare i servizi di trasporto pubblico e garantiti solitamente in blocco, nell’ambito di un credito quadro, all’inizio della legislatura. È stato così anche questa volta, ma nel 2015 erano stati conteggiati i proventi del ‘balzello’ sui posteggi e quindi il credito a carico del Cantone era minore. Poi, come noto, la tassa (approvata nel frattempo dal popolo, era il 5 giugno 2016) si è arenata a Losanna e quei 54 milioni di franchi previsti a quel tempo non sono (per ora) entrati in cassa. Il credito extra, che supplisce al mancato introito, a questo punto permette al Dipartimento di chiudere la questione dal punto di vista contabile: il finanziamento del trasporto pubblico è assicurato anche per il 2019.

Ecco perché, messe in pari le cifre, Zali in aula ieri ha aperto la porta a una possibile rinuncia dell’incasso retroattivo. «Abbiamo sempre sostenuto che lo scopo della tassa di collegamento non è di fare cassetta, bensì creare un disincentivo all’utilizzo del mezzo privato. A posteriori l’effetto disincentivante della legge decade». Anche se molte aziende, va detto, stanno già prelevando preventivamente l’importo. «Trattenuta che verrebbe semplicemente ritornata ai dipendenti», considera Zali avvicinato dalla ‘Regione’. Mentre il suo incasso da parte del Cantone sarebbe ben più problematico: «Nel caso in cui il Tribunale federale dovesse dare il via libera alla tassa, sarebbe burocraticamente complesso calcolare e fatturare l’importo su più anni a posteriori». E, ribadisce il direttore del Dt, anche poco in linea con lo spirito della legge, che punta alla diminuzione del traffico stradale tramite disincentivo finanziario.

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